Droga in carcere: arrestato agente di Polizia penitenziaria

Droga in carcere: arrestato agente di Polizia penitenziaria
Un agente della Polizia Penitenziaria di 56 anni e una 29enne pescarese sono stati arrestati dopo il sequestro di droga destinata a detenuti del San Donato. Personale della...

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Un agente della Polizia Penitenziaria di 56 anni e una 29enne pescarese sono stati arrestati dopo il sequestro di droga destinata a detenuti del San Donato. Personale della Sezione Antidroga, nel corso di un


servizio di contrasto allo spaccio nei quartieri Rancitelli e San Donato, a seguito di attività info-investigativa, si è messo sulle tracce della donna) che è stata rintracciata alla guida di un'automobile, senza giustificato motivo lontana dalla propria residenza.

La donna è stata individuata nei pressi del carcere di Pescara dove il suo compagno risulta essere attualmente
detenuto. Fermatasi in uno spiazzo nelle vicinanze, ha incontrato un uomo che è salito sulla sua auto e dopo pochi istanti, si è allontanato con in mano un marsupio. Insospettiti, gli investigatori sono intervenuti ed hanno constatato che era appena stata effettuata la consegna di un plico contenente circa 20 grammi di cocaina già suddivisa in dosi nonchè 200 grammi di hashish ed un telefono cellulare di dimensioni molto ridotte e
di facile occultamento. Poi si è appreso che l'uomo destinatario della droga è un dipendente della Polizia Penitenziaria che aveva appena finito il proprio turno di servizio all'interno del carcere.

Gli investigatori hanno tratto in arresto la donna per la cessione della droga. Inoltre, considerando la dinamica degli eventi ed anche in virtù della tipologia e della quantità del materiale rinvenuto, si è ritenuto verosimile che la sostanza stupefacente fosse destinata ad essere ulteriormente spacciata, probabilmente proprio ai detenuti della Casa Circondariale. Per questi motivi si è proceduto all'arresto anche dell'uomo per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Al termine delle operazioni, entrambi sono stati tradotti in carcere.

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Il Messaggero