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Ingoia una lametta e minaccia gli agenti di polizia penitenziaria: un detenuto sieropositivo ha tenuto con il fiato sospeso l'altra sera il personale del carcere di Sulmona che solo dopo una lunga e paziente mediazione, è riuscito ad immobilizzarlo e a trasferirlo in infermeria. Un ennesimo caso di aggressione, che segue a quelli purtroppo più violenti degli ultimi mesi e che hanno costretto, solo in via Lamaccio, al ricovero di cinque agenti di polizia penitenziaria, di cui due costretti a ricorrere ad interventi chirurgici maxillofacciali.
Quanto basta perché la Uil PA scrivesse al neo ministro Carlo Nordio, cercando di riprendere un discorso avviato con la ministra Cartabia: far entrare nella dotazione dei caschi blu il teaser come strumento di difesa, controllo e deterrenza. «Siamo convinti che l'uso del teaser consentirebbe di ridurre di almeno il 40-50% gli episodi di aggressioni- spiega Mauro Nardella, della Uil PA- al pari dei manganelli e degli scudi, dovrebbe in sostanza essere equiparata ad arma di reparto e, di conseguenza, previo assenso del direttore, poter essere utilizzata, così come affermato dalla legge e così come riferito dalla Cartabia, solo in occasione di eventi gravi. Ovviamente il ricorso a questa arma non potrà prescindere da corsi di formazione fatti ad hoc. Corsi da riservare a personale di polizia penitenziaria di indiscussa affidabilità».
Il Messaggero