Delitto Ciammaichella: morto il principale sospettato, inchiesta in archivio

Delitto Ciammaichella: morto il principale sospettato, inchiesta in archivio
L'inchiesta per l'omicidio di Francesco Ciammaichella imbocca la strada della richiesta di archiviazione per i due indagati, un destino inevitabile dopo la morte, avvenuta...

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L'inchiesta per l'omicidio di Francesco Ciammaichella imbocca la strada della richiesta di archiviazione per i due indagati, un destino inevitabile dopo la morte, avvenuta quasi due mesi fa, di uno dei due sospettati, colui che trovò il corpo privo di vita e diede l'allarme, mentre quella dell'altra indagata, è la posizione più defilata e comunque che sembra priva di un nesso diretto con l'omicidio. L'unica certezza, dunque, è che i tre, tutti residenti nel casermone di edilizia popolare di via Albanese, si frequentavano. Il sostituto procuratore della Repubblica, Giuseppe Falasca, potrebbe chiedere al Giudice per le indagini preliminari l'archiviazione nei prossimi giorni e, in ogni caso, agli atti resta un corposo fascicolo di indagine, materiale utile qualora in futuro dovessero emergere altre ipotesi investigative.

A oggi infatti non ci sono elementi certi per affermare chi e perché abbia ucciso Ciammaichella nella piccola casa-parcheggio. Era la sera del 10 novembre del 2021 quando il cadavere del quarantenne venne trovato dentro l'abitazione, con una ferita alla testa. E la sera stessa quelli che di lì a poco avrebbero assunto la veste di indagati a piede libero per omicidio volontario, furono portati in caserma dai Carabinieri che li sentirono come testimoni. Nella casa venne trovata una sorta di mazza da mini golf, che sarebbe stata usata per colpire la vittima nella zona occipitale. Otto giorni dopo, nell'alloggio di Ciammaichella, e in quello dei due indagati, si erano recati i Carabinieri del Ris di Roma alla ricerca di tracce di sangue e impronte e, più in generale, di ogni elemento utile per le indagini. Un'ispezione dei luoghi era stata poi eseguita il 25 febbraio del 2022 allorquando furono prelevati alcuni oggetti fra i quali un siringa priva dell'ago, un piccolo quaderno e alcune palline di carta stagnola che a quanto pare non contenevano nulla.

Il 12 dicembre dell'anno scorso, poi, è morto il sospettato, stroncato da un infarto mentre era dentro casa al quarto piano dello stabile di via Albanese. L'uomo aveva chiesto aiuto ma non riuscì ad a aprire la porta perché la chiave si era spezzata e quando erano arrivati i soccorritori, dopo che i Vigili del Fuoco erano entrati da una finestra, non c'era più niente da fare. Un decesso, le cui cause sono state confermate dalla autopsia, che porterà il pubblico ministero a chiedere l'archiviazione degli atti per estinzione del reato per morte del reo. E richiesta di archiviazione si profila anche per la donna che si è sempre detta estranea all'omicidio.

 

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Il Messaggero