Dal Senegal a Penne, la storia del bomber Ndiaye: "Sogno una chance nei professionisti"

Dal Senegal a Penne, la storia del bomber Ndiaye: "Sogno una chance nei professionisti"
PESCARA Cresciuto nella scuola calcio di Patrick Vieira, nel suo Senegal, oggi è uno dei migliori goleador del calcio abruzzese. Ibrahima Ndyaye, 23 anni, è...

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PESCARA Cresciuto nella scuola calcio di Patrick Vieira, nel suo Senegal, oggi è uno dei migliori goleador del calcio abruzzese. Ibrahima Ndyaye, 23 anni, è l’uomo della provvidenza per il Penne: 9 gol segnati da dicembre ad oggi e clamorosa remuntada dei biancorossi allenati da Paolo Savini, dall’ultimo posto al quintultimo, con vista sulla salvezza diretta in Eccellenza a cinque giornate dalla conclusione (pesano anche due punti di penalizzazione per i vestini).


Ibra, come lo chiamano tifosi e compagni di squadra, arriva dal Pineto (solo sei presenze in D), trascinato alla vittoria dell’Eccellenza nella scorsa stagione con 13 gol. Due di questi nella finale play off nazionale, gli sono valsi un murales sulla parete dello stadio di Pineto, per non dimenticare più le sue prodezze.

“Sono arrivato qui dieci anni fa, perché mio padre vive a Pescara da vent’anni ed ha la doppia cittadinanza – ci dice Ibrahima – . Potevo andare in Qatar, ma mi era stato proposto di giocare nel Pescara, invece mi sono ritrovato alla D’Annunzio. Non è un problema, il calcio mi ha dato la possibilità di riunirmi alla mia famiglia e di conoscere finora tante persone splendide”, racconta ancora Ndiaye.

Cresciuto con gli insegnamenti di un mito come Vieira: “Sognavo guardando Del Piero e Cristiano Ronaldo, anche se ho sempre giocato da attaccante”, prosegue il bomber biancorosso, capocannoniere della Promozione ad Ortona due anni fa con 26 gol.

“Con me, nella scuola calcio di Vieira, c’erano tanti giovani fortissimi, oggi professionisti. Anche Idrissa Gueye, centrocampista dell’Everton, e Sadio Manè, esterno del Liverpool, entrambi in Premier. Sono orgoglioso di loro”. Lui segna e aspetta un’occasione: “Io credo di meritare una chance nelle categorie superiori, in tanti mi dicono di valere un posto nei professionisti. Mi alleno, segno e spero di ricevere presto una chiamata”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero