Cryptoarte, opera di Pep Marchegiani frazionata e venduta a collezionisti virtuali

Cryptoarte, opera frazionata e venduta a collezionisti virtuali
A La chiamano cryptoarte o collezionismo virtuale. Significa segmentare un’opera, digitalizzarla e valutarla in una moneta che non sono gli euro. Tutto questo è...

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A La chiamano cryptoarte o collezionismo virtuale. Significa segmentare un’opera, digitalizzarla e valutarla in una moneta che non sono gli euro. Tutto questo è successo a Pescara dove è stato venduto a 12 mila euro (in realtà in ethereum) un quadro come opera condivisa. Ed è stata la prima opera d’arte italiana ceduta con proprietà frazionata in Non-Fungible Token (Nft) e autenticata da certificati digitali protetti su blockchain, che garantiscono autenticità immutabile e non falsificabile. L’autore del quadro è Pep Marchegiani, la sua opera è stata suddivisa in otto parti poi assegnate con un’asta sul marketplace “opensea.io” e acquistata in Nft. Il quadro “Ragazzino grasso senza nome, ma con il pannolino” è stato dematerializzato per la vendita condivisa, ma si trova in tutta la sua bellezza e autenticità al liceo artistico “Misticoni-Bellisario” di Pescara, dove si può ammirare la tela che l’artista, originario di Atri, ha lasciato esposta nella scuola, in comodato gratuito per 5 anni.

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Parte, quindi, da Pescara e da un artista abruzzese di grande notorietà la “rivoluzione” del collezionismo virtuale, nuova forma di proprietà che ha anche lo scopo di stimolare il mecenatismo. L’operazione nasce dalla collaborazione dell’artista con Sapienza Finanziaria, istituto di formazione sul trading finanziario, e Trasforma Academy, azienda di formazione e consulenza manageriale. «Nel settore immobiliare è già possibile vendere la proprietà di un immobile o parte di esso cedendo il token Nft relativo a quella specifica particella catastale - spiega Giulio Pasquini, fondatore di Sapienza Finanziaria - Nel passaggio di proprietà di beni mobili non registrati, come un’opera d’arte, il processo è molto più semplice. Ispirandoci al concetto di multiproprietà, già usata nell’immobiliare, abbiamo concepito l’idea di suddividere l’opera d’arte e offrirla a più acquirenti». «Si tratta della prima opera tokenizzata e allo stesso tempo esposta al pubblico - dice Luca Angelozzi, fondatore con Ezio Angelozzi di Trasforma Academy - quindi accessibile e fruibile da una vasta platea. In questo caso, si tratta di un’artista in piena attività ed è proprio l’autore a diventare promotore di se stesso».
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Il Messaggero