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L’onda è stata improvvisa, ma non inaspettata; perché i segnali degli ultimi due giorni avevano prefigurato la possibilità di un focolaio dalle incontrollabili potenzialità, perché accesosi tra le centinaia di bicchieri e parole passati a Sulmona sulle scale dell’Annunziata il sabato sera di mano in mano e di bocca in bocca, spesso con le mascherine abbassate e senza alcuna precauzione, né dentro, né fuori dai locali presi d’assalto per la libertà ritrovata.
La Valle Peligna precipita così di nuovo nella paura del Covid e fa segnare nell’ultima settimana (e in particolare negli ultimi due giorni) numeri oltre la soglia di sicurezza: 29 casi (30 in Centro Abruzzo) in sette giorni con l’indice di incidenza ogni 100mila abitanti che arriva a 67,9 in Valle Peligna e addirittura a 91,3 a Sulmona, la città più colpita con 20 casi nelle ultime quarantotto ore. Ieri le positività accertate in Valle sono state ben 18, i due terzi della provincia: 11 a Sulmona, 2 a Pacentro e 1, rispettivamente, a Pettorano sul Gizio, Introdacqua, Villalago, Pratola Peligna e Roccacasale.
La metà di questi sono di giovani e giovanissimi, a loro volta legati ai coetanei e compagni del sabato sera risultati positivi tra domenica e mercoledì scorsi. E non è finita di certo, perché, specie in questo caso, il tracciamento risulta particolarmente complesso e dai confini indefiniti e forse indefinibili. Il virus è tornato in circolazione, insomma, e lo dimostra il fatto che oltre ai ragazzi, sono emerse ieri altre due positività tra gli agenti della polizia penitenziaria e una di un operaio di una fabbrica di Sulmona.
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