Covid, falsa partenza della pillola antivirale in Abruzzo

Covid, falsa partenza della pillola antivirale in Abruzzo
Resta imbrigliata la distribuzione della pillola antivirale nelle farmacie abruzzesi: ieri non è stato il D-Day che ci si aspettava e, nonostante l’annuncio in pompa...

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Resta imbrigliata la distribuzione della pillola antivirale nelle farmacie abruzzesi: ieri non è stato il D-Day che ci si aspettava e, nonostante l’annuncio in pompa magna dei giorni scorsi da parte dell’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì, la pillola anti-Covid di Pfizer, il Paxlovid, al momento resta ferma nel deposito regionale.

Il farmaco è a disposizione delle farmacie abruzzesi, che si dicono pronte a partire, ma che di fatto restano in attesa di un incontro con la Regione e delle ricette dei medici di medicina generale, che rappresentano un presupposto indispensabile per poter avviare l’intera macchina. Una riunione con le sigle sindacali delle farmacie pubbliche e private dovrebbe svolgersi domani pomeriggio in videoconferenza, ma ad oggi non c’è una convocazione ufficiale.

Un altro nodo da sciogliere riguarda i medici di famiglia, che hanno richiesto ormai da tempo l’attivazione di una formazione adeguata sul farmaco prima di poter prescrivere la pillola anti-Covid: dalla categoria fonti qualificate confermano che il corso non è ancora stato attivato da parte della Regione e che al momento non è stata comunicata alcuna data. I farmacisti confermano di poter richiedere il farmaco in modalità Dpc (dispensazione per conto), ma che senza la ricetta da parte dei medici è impossibile attivare il procedimento.

Il segretario di Federfarma Abruzzo, Alfredo Orlandi, sottolinea infatti che «le farmacie sono pronte, ma attendiamo la riunione con la Regione per rendere il servizio pienamente efficiente per tutta la popolazione». Sulla stessa linea anche il presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi: «Attendiamo novità sul percorso, sui procedimenti e sull’iter per poter agevolare i cittadini - spiega - Le farmacie sono prontissime, ma è fondamentale la ricetta da parte dei medici di famiglia, che ancora hanno notizie ben precise». 

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Il Messaggero