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L'AQUILA - Preoccupa in Abruzzo l'impennata di contagi: le province più colpite restano quelle di Teramo e dell'Aquila, ma l'incidenza è in risalita anche nel Pescarese e nel Chietino. Il quadro di emergenza in alcune aree ha reso necessario un intervento tempestivo: la Asl di Teramo proprio ieri ha convocato l'unità di crisi per fare il punto e mettere in campo azioni preventive.
È stata disposta in questo senso la riapertura della Rianimazione e della Pneumologia Covid, per un totale di 18 posti letto.
Sale a 82,5 casi l'incidenza settimanale per centomila abitanti in Abruzzo e crescono anche i ricoveri. Al 14 novembre, il tasso di ospedalizzazione per l'area non critica è pari al 5,6% (per una variazione settimanale del +9%), mentre per le terapie intensive il tasso è del 6,1% (+57%). I pochi positivi registrati ieri hanno risentito dell'effetto del minor numero di tamponi effettuati durante il weekend e non corrispondono a un calo reale della curva epidemiologica.
L'unità di crisi è stata convocata per gestire la nuova fase della pandemia, tenendo conto dell'evidente rialzo del numero dei contagi in provincia di Teramo: l'ultimo dato parla di un 8% dei casi di positività sul totale dei tamponi effettuati.
Alla luce dell'aumento di pazienti che necessitano di trattamenti in terapia intensiva, dunque, è stata disposta la riapertura della Rianimazione Covid al terzo lotto dell'ospedale di Teramo con 6 posti letto e la riapertura della Pneumologia Covid, con 12 posti letto di subintensiva. È stata poi chiusa l'osservazione breve (Obi) del Pronto soccorso, mentre è stata attivata una ulteriore zona sospetti per coloro che hanno sintomi riconducibili al Covid.
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