Covid, Albani: «Il peggio deve ancora venire, molti giovani malati gravi dopo la movida»

Il dottor Alberto Albani a destra. Covid, Albani: «Il peggio deve ancora venire, molti giovani malati gravi dopo la movida»
«Ci aspetta una prossima settimana durissima, sarà un caos». E’ allarmato Alberto Albani, il capo della task force regionale anti Covid. Dice, senza mezzi...

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«Ci aspetta una prossima settimana durissima, sarà un caos». E’ allarmato Alberto Albani, il capo della task force regionale anti Covid. Dice, senza mezzi termini, che nonostante la situazione sia già ora complicatissima, probabilmente il peggio deve ancora arrivare. E che i giovani, stavolta, non sono immuni, tutt’altro: si ammalano di più e in modo anche grave.


Dottor Albani, che cosa sta succedendo?
«Stiamo pagando le conseguenze degli effetti della movida di sabato e domenica scorsi. Anzi, è l’inizio delle conseguenze: ci aspettiamo ancora peggio nella prossima settimana visto che ci sono 7-10 giorni di incubazione del virus. Sarà un caos legato all’impatto».

Le capacità degli ospedali sono a dura prova. Per quanto ancora potranno reggere così?
«Stiamo cominciando ad essere in sofferenza, per questo stiamo lavorando con i centri di trasferimento. E’ chiaro che non abbiamo una capacità infinita di ricovero. Questo è legato al fatto che le persone hanno rispettato le misure di precauzione».

C’è stato un abbassamento dell’attenzione, secondo lei?
«La zona gialla di per sé è ottima, perché consente di muoversi e dà respiro all’economia. Una cosa perfetta se le persone adottassero comportamenti giusti. Se invece, come è successo nello scorso weekend, questo non avviene, si passa velocemente dal giallo al rosso».

State vedendo che i giovani si ammalano di più?
«Assolutamente sì. Molti 30enni e 40enni, con quadri anche molto gravi. E’ tutto legato al mancato rispetto delle raccomandazioni. Adesso avremo una situazione davvero brutta. Temiamo che nella prossima settimana ci sia un’ondata importante. Ecco perché siamo stati costretti a chiudere».

Ci saranno altre misure?
«Oltre alla zona rossa non possiamo fare grandi cose, avremmo voluto che la popolazione fosse stata più corretta, questo avrebbe consentito di mantenere la zona gialla».

Saranno reperite ulteriori strutture di ricovero?
«Le cliniche sono già coinvolte, cercheremo di ottimizzare intanto la rete che abbiamo, dando risposte ancora in maniera adeguata».

Il problema principale è la variante inglese?
«Sì, al momento è a oltre il 50 per cento dei contagi e temiamo che possa soppiantare la versione originale. Ha maggiore capacità infettante e dà quadri clinici più gravi, colpendo molti giovani. Anche l’infanzia non è immune: abbiamo visto molti positivi tra i bambini. Il problema è serio».

Venerdì potrà scattare una zona rossa in tutta la regione?


«Al momento non ci sono indicazioni di questo genere, l’abbiamo fatta dove serviva. Certo che se la situazione dovesse diffondersi sul territorio si dovrà operare in modo diverso. Le scuole? Sono un problema con un’incidenza alta nei giovani».
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Il Messaggero