Costringe l'amica a sniffare cocaina, poi la violenta: condannato a cinque anni

Costringe l'amica a sniffare cocaina, poi la violenta: condannato a cinque anni
Un uomo di 35 anni, A.R., è stato condannato a cinque anni e mezzo di carcere per violenza sessuale. Una brutta storia, caratterizzata dall’assunzione di droga e da...

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Un uomo di 35 anni, A.R., è stato condannato a cinque anni e mezzo di carcere per violenza sessuale. Una brutta storia, caratterizzata dall’assunzione di droga e da successivi ricatti a scopo di estorsione.

I fatti risalgono al 30 luglio del 2016 ed ebbero luogo prima nella stanza di un albergo a Città Sant’Angelo e poi nell’abitazione dell’imputato a Pescara. La vittima è una donna di 41 anni, anche lei residente nella città adriatica. Sulla base di quanto ricostruito dal pm Rosangela Di Stefano, che aveva chiesto una condanna a quattro anni e mezzo di reclusione, A.R. avrebbe trattenuto la donna “dapprima in una stanza d’albergo e poi nell’autovettura e nella propria abitazione, impedendole di uscire”. Per questa ragione all’uomo era stato contestato anche il reato di sequestro di persona. Accusa rispetto alla quale, però, è stato assolto.

Il tribunale collegiale di Pescara, presieduto dal giudice Rossana Villani, ha invece condannato Rincione in riferimento all’accusa più grave, quella di violenza sessuale: l’imputato, “abusando delle condizioni di inferiorità psichica e fisica della donna, in virtù della pregressa assunzione della sostanza stupefacente – si legge sul capo d’imputazione – l’aveva costretta, minacciandola di morte, nonché usando violenza nei confronti della stessa”, ad un rapporto sessuale completo.

In particolare Rincione colpì prima la donna “al corpo con una bottiglia d’acqua in plastica” ed in seguito la strattonò ripetutamente e l’afferrò “alla testa per i capelli, anche al fine di spingerla ad assumere cocaina”. Subito dopo – è sempre la ricostruzione della Procura – la scaraventò sul letto e abusò sessualmente di lei. L’imputato è stato inoltre condannato per avere obbligato la vittima ad assumere “modica quantità di sostanza stupefacente di tipo cocaina” e soprattutto per quanto avvenne in seguito alla violenza. 

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Il Messaggero