Cortino, la comunità Arcobaleno che vive nei boschi spaventa il paese

Cortino, la comunità Arcobaleno che vive nei boschi spaventa il paese
Un intero paese dell’entroterra teramano, Cortino, è in subbuglio per l’arrivo di centinaia e centinaia di quelli che in molti, da quelle parti, chiamano...

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Un intero paese dell’entroterra teramano, Cortino, è in subbuglio per l’arrivo di centinaia e centinaia di quelli che in molti, da quelle parti, chiamano “ hippy”. «Sono nudi come mamma li ha fatti» dice un’anziana dalla sedia di vimini davanti casa. «E senza nemmeno la foglia di fico» ribatte l’altra, riferendo i racconti dei compaesani che di bocca in bocca si ingigantiscono di risvolti boccacceschi e non.


Da Ferragosto nei boschi tra Cortino e Crognaleto, ad Altovia, è giunta una carovana di auto, di uomini, donne, bambini che hanno monopolizzato l’attenzione della popolazione, certo non avvezza ad assistere a queste forme di happening: al massimo qualche famiglia per una grigliata, una partita a pallavolo e plaid stesi per terra. In giro, nei due centri montani, ormai da un mese non si fa altro che parlare «di questa comunità Arcobaleno che - spiega Giuseppe D’Alonzo, sindaco di Crognaleto, comune confinante con Cortino - vive in maniera del tutto naturalistica e senza gerarchie, nei prati verdi, camminando, mangiando i pasti da loro stessi cucinati, facendo baldoria a loro modo, misurata e in sintonia con l’ambiente, tutto senza smartphone e Facebook».


Atteggiamenti intimi all’aria aperta, sotto una quercia o dove capita. Un vero e proprio scandalo per le vecchiette del paese, rintanate a casa a sparlare. Il gruppo ha piazzato le tende proprio sul confine dei due comuni montani e D’Alonzo li ha convocato subito nel suo municipio per capire le loro intenzioni. Anche in funzione norme anti-Covid e dunque anti-assembramento: «Ma è stato difficile far passare messaggi perché loro non hanno capito, non hanno una gerarchia, e la sera, ad esempio, si mettono attorno al fuoco per decidere assieme cosa fare all’indomani». Siccome non hanno autorizzazioni, il sindaco li ha invitati a presentare un’istanza. La comunità coi i suoi 200 e più adepti (in certe giornate il numero aumenta sensibilmente perché c’è un ricambio sostenuto) è presente dal 17 agosto e dice di sgombrare il campo il prossimo 17 settembre. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero