Coronavirus, linea di non ritorno di mille pazienti: poi il collasso delle terapie intensive

Terapia intensiva in Abruzzo
Il numero che preoccupa è mille. Una sorta di linea di non ritorno, al di là della quale si aprirebbero scenari poco immaginabili, oggi. Mille è il numero dei...

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Il numero che preoccupa è mille. Una sorta di linea di non ritorno, al di là della quale si aprirebbero scenari poco immaginabili, oggi. Mille è il numero dei contagi che l’Abruzzo, stando così le cose, non può permettersi di superare. Per un motivo molto semplice, che tecnici e operatori conoscono a menadito: se vale la media del 10 per cento che è costretto a ricorrere alla terapia intensiva (ieri erano, in Italia, 1.028 su 10.590 attualmente contagiati), allora in Abruzzo si dovrà fare di tutto per non sforare quota mille, il limite che saturerebbe le disponibilità. Attualmente, infatti, il sistema sanitario regionale ha a diposizione 77 posti letto, di cui 4 non utilizzabili. A questi se ne dovrebbero aggiungere 17 che sono nelle cliniche private. Il totale, così, fa 94.


C’è poi da considerare l’emergenza coronavirus e le misure che sono state adottate per fronteggiarla. Tra queste, il ministero della Salute ha previsto con una circolare di aumentare del 50% i posti letto in terapia intensiva e raddoppiare quelli nelle unità di pneumologia e malattie infettive. Il totale, dunque, potrebbe arrivare a 150, circa, in una stima realistica. Il lavoro più importante lo si sta facendo, in questo senso, all’Aquila, dove c’è un piano per la riconversione del cosiddetto “ospedale del G8”, in un hub dedicato all’emergenza.


Si tratta di un vero e proprio “Covid hospital”, realizzato nei prefabbricati che furono preziosi nel post sisma, all’interno del quale realizzare una trentina di ulteriori posti letto di terapia intensiva e sub intensiva. Un adattamento da circa 200-300 mila euro, attuabile in pochi giorni, anche alla luce degli stanziamenti finanziari in corso – l’ultimo è proprio di ieri con la Regione che ha messo a disposizione cinque milioni di euro -. La particolarità di questa struttura è che essendo esterna al San Salvatore può garantire percorsi separati e zone filtro per i pazienti Covid, seguendo dunque a puntino le raccomandazioni che arrivano dal Ministero della Salute e dal comitato tecnico scientifico. Operazioni di ulteriore ampliamento sono in corso anche nelle altre Asl, in particolare laddove è possibile il recupero di spazi e la riconversione dei reparti. Ovviamente ci sono altri due aspetti nodali: le Asl hanno avviato il reclutamento del personale che servirà per supportare l’emergenza, attraverso avvisi pubblici e contratti a tempo che potranno essere estesi anche a specializzandi o studenti all’ultimo o penultimo anno. E poi continua, senza sosta, la ricognizione per le strumentazioni e per i dispositivi di protezione individuale. Anche in questo caso gli acquisti saranno agevolati dai fondi messi a disposizione dalla Regione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero