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Il Covid colpisce ancora nel Pescarese. Un bambino di sette anni e un 18enne risultano contagiati dal coronavirus: sono entrambi di Pescara. Non solo: altri tre i casi registrati a Pescara che si aggiungono ai due segnalati a Montesilvano e altrettanti a Spoltore. Il virus sta trovando terreno fertile insomma nella popolazione più giovane e questo alimenta le ansie delle famiglie.
Nel frattempo, si è in attesa di capire l'aria che tira all'ospedale San Massimo di Penne un cui anestesista di 59 anni, che presta servizio anche al Santo Spirito, martedì è stato trovato positivo al Covid-19 ed è in isolamento domiciliare. Il medico, pescarese, durante l'emergenza sanitaria dei mesi scorsi, si era distinto per la risposta organizzativa e professionale offerta quando il San Massimo era stato trasformato in centro Covid al pari di quello adriatico. Si attende adesso che il dottore effettui un secondo tampone e poi un terzo nei prossimi giorni per verificare effettivamente il suo stato. L’anestesista è comunque asintomatico. Ma tutto il personale va controllato con tamponi e test venosi.
Due settimane fa una operatrice socio-sanitaria del reparto di medicina del San Massimo era apparsa infetta dopo un primo tampone, salvo poi risultare negativa ai due successivi. L’operatrice, che aveva già avuto il Covid-19 a marzo, è stata comunque tenuta in quarantena per precauzione. In particolare, tutti coloro che si recano in pronto soccorso vengono sottoposti a pre triage e tamponati: una media di almeno 50 persone al giorno. Tutte quelli positivi o che presentano chiari sintomi da coronavirus vengono dirottati all’ospedale Covid di Pescara. Sempre a Penne, alcuni ospiti e operatori del centro di accoglienza Lapiss sono stati infettati e la questura di Pescara ha attivato il servizio di vigilanza attiva fino al 20 ottobre. La struttura gestita dalla cooperativa Cogecstre ospita 42 immigrati. Gli ultimi 13 sono arrivati a Penne da un paio di settimane, accompagnati da un doppio tampone negativo. Riscontrata però la positività di tre immigrati dell’ultimo gruppo arrivato e di due operatori pennesi, un uomo e una donna, che lavorano lì.
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