Coronavirus, un ospedale no-Covid all'interporto dell'Abruzzo

Coronavirus, un ospedale no-Covid all'interporto dell'Abruzzo
Pescara studia un grande ospedale anti Covid 19. Con i presidi di Pescara e Penne al limite della capienza, nei prossimi giorni potrebbe nascere la nuova struttura sanitaria...

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Pescara studia un grande ospedale anti Covid 19. Con i presidi di Pescara e Penne al limite della capienza, nei prossimi giorni potrebbe nascere la nuova struttura sanitaria all'Interporto di Manoppello. Lo ha rivelato il direttore generale della Asl di Pescara Antonio Caponetti: «Dobbiamo valutare una struttura – conferma – in previsione di un incremento importante dei ricoveri. Speriamo non sia necessario, ma intanto stiamo studiando diverse ipotesi che comprendono palestre, palasport e soprattutto l’Interporto di Manoppello. Parliamo di impianti che ci consentano di approntare almeno 100 posti letto».


L’Interporto di Manoppello rappresenta la soluzione logisticamente più valida. Inaugurato il 24 giugno 2011 in località Staccioli, lungo la statale Tiburtina, vista la sua posizione centrale, con i suoi 960 mila metri quadri di superficie è stato concepito per diventare il polo d’interscambio delle merci tra la direttrice adriatica e quella tirrenica, ma al momento si candida a diventare un grande polo Covid in grado di decongestionare gli ospedali del Pescarese e del Chietino. Tra l’altro, trovandosi a pochi chilometri di distanza dai due capoluoghi e dall’Aeroporto d’Abruzzo, disponendo di un casello autostradale sull’autostrada A-25 e perfino di un raccordo ferroviario con la linea Pescara-Roma, i pazienti potrebbero facilmente essere trasportati all’Interporto ed essere collocati all’interno degli 88.500 metri quadri di capannoni disponibile.

«È un ambiente grande – aggiunge Caponetti – e non ci sarebbero limiti di capienza in termini di posti letto. Qualora servisse, con l’aiuto della Protezione civile lo allestiremmo rapidamente». Sulla tipologia dei pazienti da ricoverarvi l’intenzione della Asl sarebbe quella di dedicare l’Interporto ai pazienti Covid-19 non gravi, quindi senza attivare un reparto di Terapia intensiva, ma su questo punto sarà l’evoluzione dell’emergenza sanitaria ad avere l’ultima parola. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero