Coronavirus, il musicista contagiato durante il tour: «Febbre alta e tosse fortissima»

Coronavirus, il musicista contagiato durante il tour: «Febbre alta e tosse fortissima»
«Sono in isolamento domiciliare a Roseto perché positivo al Coronavirus». A raccontare la sua storia un chitarrista romano, in tournée in Germania...

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«Sono in isolamento domiciliare a Roseto perché positivo al Coronavirus». A raccontare la sua storia un chitarrista romano, in tournée in Germania dall’ottobre del 2019.


Perché è tornato a Roseto?

«Semplicemente perché avevamo una pausa dal nove marzo al 14 e sono tornato solo perché il nostro impresario ci aveva prenotato l’aereo da Monaco per il ritorno. Non avevo sintomi influenzali».

Allora come mai ha preso una casa in affitto e si sei messo in quarantena?

«Per tutelare l’intera comunità di Roseto e la mia famiglia, ho una figlia di 4 anni. Questo punto vorrei chiarirlo bene. Negli ultimi giorni le televisioni tedesche parlavano di un focolaio di Covid-19 che si era sviluppato in a Monaco di Baviera. Proprio dove stavamo suonando. Allora il giorno prima di partire mi sono messo d’accordo con mia moglie sull’affittare un appartamento per mettermi in auto-quarantena volontaria. L’appartamento l’ho affittato per telefono. Il 9 marzo mi sono imbarcato sul un volo da Monaco. Lì ho preso la mia auto e sono tornato a Roseto. Ad aspettarmi davanti un distributore di benzina c’era mio padre con due borsoni: uno per i viveri e l’altro con la biancheria. Mi sono fatto lasciare le borse a terra con le chiavi di casa sopra. Ho saluto mio padre da dentro l’auto, a circa 10 metri di distanza, ho preso i borsoni e mi sono rinchiuso».

Quando ha iniziato ad avvertire i primi sintomi?

«Dopo due giorni ho iniziato ad avere febbre alta, tosse fortissima, dolori alle ossa e dissenteria. Stavo malissimo. Allora ho deciso di chiamare il mio medico. Lui ha attivato tutti i protocolli per il coronavirus e il 13 marzo mi hanno fatto il tampone. Il giorno dopo è arrivato il risultato: positivo».

Ha attraversato dei momenti difficili?

«Parecchi. La febbre sopra 39, a volte arriva anche a 40 gradi. È debilitante. Più volte al giorno ho crisi di tosse fortissime che ti lasciano senza respiro. Un paio di giorni fa per una crisi del genere sono anche svenuto. Allora ho deciso di chiamare il mio medico che ha subito allertato il personale della Asl. Dopo pochi minuti sono venuti a visitarmi. Dopo la visita li sentivo parlare tra loro. Stavano decidendo se ricoverami o meno. Fortunatamente mi hanno lasciato a casa».

Come si sente oggi?
«Leggermente meglio. Non ho febbre. Mi è rimasta solo la tosse».

Qual è il suo ruolo nella band?

«Tra cantanti e musicisti siamo in undici: otto italiani e tre tedeschi. Più ci sono altre figure, il fonico e gli addetti alle luci. Siamo in tutto una ventina di persone».

Quanti hanno contratto il virus?

«Da quello che mi è stato riferito, io e un tedesco».

Gli altri come stanno?


«I sette italiani, quasi tutti lombardi, tranne una donna, non hanno preso il mio stesso volo, ma sono rientrati il 14 marzo con il treno. Al loro rientro hanno informato le autorità competenti e si sono messi in isolamento volontario. Stanno tutti bene. Nessuno di loro al momento presenta sintomi e per questo motivo non hanno fatto il test. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero