Coronavirus, Maria Leporini muore due settimane dopo il figlio, titolare di Gio Sport

Coronavirus, Maria Leporini muore due settimane dopo il figlio, titolare di Gio Sport
Per due settimane è sopravvissuta a Giovanni, ucciso dal Coronavirus lo scorso 21 marzo. Maria Leporini non ha mai saputo che figlio 61enne, proprietario dell’azienda...

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Per due settimane è sopravvissuta a Giovanni, ucciso dal Coronavirus lo scorso 21 marzo. Maria Leporini non ha mai saputo che figlio 61enne, proprietario dell’azienda Gio Sport, non ce l’aveva fatta. Domenica scorsa anche lei ha cessato di vivere, dopo 14 giorni di sofferenza in un letto del reparto Covid-19 dell’ospedale di Chieti. Aveva 83 anni e una salute di ferro prima di contrarre il virus.

E' un nuovo grave lutto che colpisce, in un breve lasso di tempo, la famiglia Di Girolamo di Spoltore, molto conosciuta in Abruzzo per il marchio di abbigliamento sportivo fondato da Giovanni. Dal 2004 la signora Maria era vedova di Giosaffatte Di Girolamo, storico presidente della società Adriano Flacco Pescara, fino all’età della pensione aveva collaborato all'amministrazione della fabbrica di divise per calcio, basket, volley e atletica. Per alcuni anni, Maria Leporini era stata il massimo dirigente del club di calcio a 5 Unicentro Montesilvano, carica attribuitale dal figlio imprenditore coinvolto, agli inizi degli anni 2000, nella sponsorizzazione di numerosi club sportivi locali.

Nell’anziana il Covid si era inizialmente manifestato solo con una leggera febbre curata a casa dietro le prescrizioni dei medici. Per non gravare sul suo stato psicologico, i familiari le avevano nascosto la morte di Giovanni, avvenuta tre giorni prima che i valori di riferimento della donna crollassero, rendendo necessario il ricovero in ospedale. In reparto sono successivamente subentrate complicazioni respiratorie che hanno provocato il decesso. L’anziana lascia 8 nipoti, i figli Fiorella e Dario che ricorda commosso la madre: «Era estroversa, gioviale, amica di tutti, proprio come mio fratello, due caratteri identici, completamente diversi da me, mia sorella e nostro padre. Loro due erano molto legati, mia madre viveva praticamente per Giovanni. Non ci sono parole per descrivere il dolore che noi familiari proviamo dopo queste due terribili perdite in pochi giorni».

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Il Messaggero