Coronavirus, ospedali pieni al nord: malato muore all'Aquila. Il figlio: «Si poteva salvare»

Coronavirus, ospedali pieni al nord: malato muore all'Aquila. Il figlio: «Si poteva salvare»
Dopo due ricoveri per il coronavirus le condizioni di salute sembravano migliorare. Poi il caos emergenziale tra contagi e soprattutto vittime di quei terribili giorni, lo avevano...

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Dopo due ricoveri per il coronavirus le condizioni di salute sembravano migliorare. Poi il caos emergenziale tra contagi e soprattutto vittime di quei terribili giorni, lo avevano costretto ad un terzo spostamento all’Aquila dove poi è morto. «Mio padre si sarebbe potuto salvare», ha raccontato Marcello Nesta di 47 anni, residente a Codogno (Lodi), figlio di Aldo, di 75 anni morto per le conseguenze del Coronavirus dopo circa sei settimane di dura battaglia per la vita.


Stando al racconto del figlio il primo ricovero di Marcello Nesta è avvenuto il 23 febbraio presso il reparto di Rianimazione dell’ospedale di Lodi. Dopo una settimana è arrivato il secondo trasferimento, questa volta all’ospedale di Como, scelta dettata dal picco della pandemia e dall’attività frenetica di quei giorni per liberare posti letto e assicurare assistenza ai contagiati. Qui le condizioni di Marcello Nesta sembravano essere migliorate tanto che l’anziano era risultato negativo al test Covid e si era lasciato alle spalle la febbre. A scopo precauzionale i medici avevano deciso di tenerlo comunque nel reparto di Rianimazione per accelerare la ripresa.

Ma il 16 marzo con i bollettini di guerra tra contagiati e soprattutto vittime che si registravano in tutta la Lombardia aveva reso indispensabile un ennesimo trasferimento dell’anziano paziente, questa volta all’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila che ha accettato di buon grado il ricovero. L’arrivo all'Aquila è stato organizzato nei minimi dettagli: un volo militare in elicottero a Roma e poi il trasferimento al “San Salvatore” con un’ambulanza del 118. Le condizioni di salute dell’anziano Lodigiano sono apparse subito serie. Il tampone è risultato, al contrario dei precedenti, positivo. Di qui la scelta del trasferimento nel reparto di Rianimazione dell’ex ospedale G8, attrezzato per ospitare casi gravi per Coronavirus. La morte dell’anziano è avvenuta il 29 marzo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero