Coronavirus, Lorenzo bloccato in Cina: «Sono costretto a vivere blindato»

Coronavirus, Lorenzo bloccato in Cina: «Sono costretto a vivere blindato»
Ancora nessuna novità per Lorenzo Di Berardino, lo studente 22enne pescarese bloccato a Wuhan (Cina), epicentro dell'epidemia di coronavirus, che sta facendo tremare il...

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Ancora nessuna novità per Lorenzo Di Berardino, lo studente 22enne pescarese bloccato a Wuhan (Cina), epicentro dell'epidemia di coronavirus, che sta facendo tremare il mondo intero. Lorenzo sarebbe dovuto rientrare ieri in Italia e invece è ancora blindato dentro un campus universitario, in attesa di sapere quando potrà finalmente ripartire. Un incubo che va avanti da giorni. Per lui e gli altri italiani, in tutto una cinquantina, attualmente presenti nella città focolaio della malattia e in tutta la regione di Hubei, la Farnesina ha già fatto sapere di aver predisposto un piano di rientro. Se e quando sarà attuato non è però ben chiaro in quanto la prospettiva non trova ancora tutti d'accordo.


Il piano prevederebbe un trasporto in autobus a Changsha, capitale della provincia dello Huhan, a 350 km circa di distanza da Wuhan. Arrivati qui lo studente pescarese e gli altri italiani sarebbero trasferiti in un ospedale per un periodo di osservazione di due settimane, tempo necessario per il decorso dell'incubazione del virus. Trascorsi i 14 giorni, potrebbero partire sempre però dopo aver ottenuto il via libera dalle autorità cinesi.


In attesa di un qualche provvedimento, Lorenzo vive chiuso in casa, in una città vuota, “spettrale” come lui stesso l'ha definita. Attraverso i social, twitter in particolare, con cui cerca di tenersi in contatto e comunicare, ieri ha fatto presente, pubblicando anche una foto, che è stata aperta una mensa per aiutare gli studenti e i genitori/lavoratori del suo circondario con problemi logistici a causa del blocco stradale nel centro città. «Un aiuto – ha scritto – non da poco, specialmente per noi. La mensa viene disinfettata tre volte al giorno». Una città ferma, un paese paralizzato dall'emergenza. Rinviata a data da destinarsi anche la massima competizione sportiva cinese della League of Legends. «Non posso neanche guardare LPL per passare il tempo», ha sottolineato Lorenzo sempre su Twitter in una discussione sugli effetti a tutti i livelli del virus. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero