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E' una storia curiosa che da qualche giorno sta furoreggiando sulla rete, in particolare su Facebook, oltre che far rumore negli ambienti colonnellesi e vibratiani. Protagonista il maestro Giuseppe Natali, per tutti Peppe, che alla bella età di 97 anni anima ancora, nonostante le ristrettezze del Covid, la vita di un piccolo centro come Colonnella, dove vive dopo che per tanti anni ha fatto la spola con San Benedetto del Tronto, dove ha insegnato come maestro elementare.
Natali è conosciuto per essere animatore di tante iniziative e per essere "maestro" di tressette, tanto che l'estate scorsa, in coppia con un giovane compagno, si è visto assegnare il primo premio in un torneo di carte svoltosi in un noto bar del centro del paese dove abita. Anche in politica tutti hanno avuto modo di apprezzarne le doti di raffinato amministratore, e di dirigente dell'allora Partito Socialista. Insomma, tanti e tanti anni vissuti da "protagonista". Stavolta, durante le vacanze natalizie, di fine anno e della Befana, Peppe si è preso la scena per un fatto singolare, ossia per il suo amore per il parrozzo, che per 60 anni è andato ad acquistare a Pescara, e che per la pandemia quest'anno vi ha dovuto rinunciare.
«C'era una volta- in realtà c'è ancora, tiene 97 anni, si legge su Fb-, il maestro Giuseppe Natali, figura quasi mitologica a guardia del confine Nord d'Abruzzo. Monumento vivente alla cultura e alla tradizione, grande conoscitore dei dialetti abruzzesi e della poesia agricola (organizzatore di infinite rassegne teatrali e dialettali), amante della musica lirica, attore, ballerino, insegnante per decenni, Lu Maestre, da oltre 60 anni in questo periodo prendeva la macchina e partiva per Pescara: il parrozzo lo comprava solo a Pescara. Le prime volte ci andava con la sua Fiat 1100, il dolce a lui caro costava 12 lire. Dopo averlo mangiato recitava i versi di D'Annunzio».
Quest'anno disco rosso e niente trasferta. «Non ho potuto comprare personalmente il parrozzo- ha detto Peppe Natali-, ma i miei nipoti me ne hanno consegnato uno, un comune parrozzo». Lu maestre, comunque, nonostante un velo di tristezza, volgendo lo sguardo al passato e ai parrozzi originali pescaresi, l'appetito non lo ha perso. "S'ha magnate metà parrozzo", hanno scritto le persone care che gli sono state vicine nei festivi. La tradizione almeno non si è interrotta.
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