OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Ieri all’ospedale San Salvatore dell’Aquila si è consumata una tragedia che dà l’esatta dimensione della gravità di questa fase dell’epidemia di coronavirus. Dopo oltre un mese di ricovero nel reparto di terapia intensiva è infatti morto a causa del coronavirus il 39enne Pietro Di Berardino, originario di Carsoli, residente ad Avezzano, ma molto conosciuto e apprezzato anche all’Aquila dove aveva seguito gli studi superiori, all’Ipias, e dove aveva lavorato per un periodo anche alla Sanofi. Pietro non era sposato, viveva con la mamma e la sorella, mentre un fratello vive a Milano. Aveva perso il padre molti anni fa.
Inizialmente era stato ricoverato in ospedale, ad Avezzano, il 13 febbraio, dopo alcuni giorni con la febbre alta. Poi era stato disposto il trasferimento all’Aquila, dove è arrivato già in condizioni molto compromesse. A nulla sono valsi i tentativi, in una lotta che si è rivelata impari, dei medici del reparto diretto dal professor Franco Marinangeli che hanno fatto di tutto per tentare di strapparlo alla morte. Non aveva particolari patologie pregresse che potessero far pensare a un epilogo così drammatico. Ieri gli amici hanno voluto ricordarlo con messaggi di sincera commozione e con vivo dolore. I funerali si terranno domani alle 11 nella chiesa di Santa Vittoria, a Carsoli. A testimonianza del fatto che si sta vivendo una fase molto complicata perché il virus colpisce anche le persone più giovani, ieri ci sono stati tre nuovi ingressi in terapia intensiva, dopo alcuni giorni di calma apparente. Ricovero, in area medica, anche per una giovane mamma con la sua bambina di neanche due mesi.
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero