Coronavirus, perde fratello e sorella: tutti lo trattano da untore

Coronavirus, perde fratello e sorella: trattato da untore
«Sono stanco di essere calunniato ingiustamente. Sono provato. In cinque giorni ho perso un fratello e una sorella. Inoltre ho mamma di 84 anni che non sta bene da tempo e...

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«Sono stanco di essere calunniato ingiustamente. Sono provato. In cinque giorni ho perso un fratello e una sorella. Inoltre ho mamma di 84 anni che non sta bene da tempo e piange di continuo». A parlare è un dipendente comunale di Roseto. L’uomo, un 53enne del posto, viene considerato - senza che questo sia vero - un potenziale untore. La sua foto è stata pubblicata su tutti i social e gira di Whastapp in Whastapp con la scritta sopra la suo volto: «Se lo incontrate chiamate le forze dell’ordine, è positivo al Covid». Contro di lui anche diversi audio registrati che lo additano come un infetto. Maldicenze e inciviltà al tempo del Coronavirus.

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Il 53enne racconta che il 4 marzo suo fratello di 60 anni era stato ricoverato «d’urgenza all’ospedale di Giulianova per problemi di salute che si portava dietro da anni». Il 4 aprile è morto. Dopo soli cinque giorni è deceduta anche sua sorella di 50 anni. «Il medico mi ha detto che mia sorella è morta di dispiacere e non di Covid – si sfoga il dipendente comunale – L’ho vista morire sotto i miei occhi. Il personale del 118 ha fatto di tutto. Un massaggio cardiaco durato 20 minuti. Hanno utilizzato anche il defibrillatore, purtroppo il suo cuore non ha retto».
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A dare qualche particolare in più sull’accaduto un suo caro amico: «La sorella si era sentita male il mattino dell’8 aprile. Il medico telefonicamente gli aveva prescritto la Tachipirina e un antibiotico. Nel tardo pomeriggio i fratelli sono andati a vedere come stava. Lei non dava segni di vita. Allora hanno chiamato i soccorsi. Purtroppo non c’è stato nulla da fare. Il decesso è stato registrato alle 18.30 – chiarisce l’amico – La notizia delle due morti così ravvicinate hanno allarmato la popolazione. C’è da aggiungere che la Asl non ha fatto il tampone post-morte alla donna. Così da togliere ogni dubbio. I familiari per fare la spesa sono costretti a uscire e andare al supermercato e lì vengono bersagliati».
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Sul caso ad intervenire è anche il sindaco di Roseto Sabatino di Girolamo: «Davvero non capisco cosa sta succedendo nella mia città. Su questa delicata materia non si può andare avanti con supposizioni e indiscrezioni. La Asl mi ha fornito i nominativi dei quarantenati e loro non ci sono. Io non posso isolare nessuno per volere del popolo. Comunque mi sono adoperato per far fare il tampone al restante della famiglia. La Asl di Teramo mi ha detto che a breve farà i test. Nel frattempo per la legge sono liberi di uscire in caso di necessità, come tutti. Per dirla tutta ho sentito anche il loro medico curante e il personale del 118 intervenuto, per loro si tratta in entrambi i casi di morte naturale. D’altronde, riferisco quelle che mi ha detto il personale sanitario, il coronavirus ha bloccato il mondo ma non fermato infarti, ictus e aneurismi».
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Il Messaggero