Coronavirus, in Abruzzo scende Rt ma regione resta ancora in zona arancione

Coronavirus, in Abruzzo scende Rt ma regione resta ancora in zona arancione
L’AQUILA – Migliorano i dati epidemiologici dell’Abruzzo che però dovrà rimanere in zona arancione almeno per un’altra settimana. ...

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L’AQUILA – Migliorano i dati epidemiologici dell’Abruzzo che però dovrà rimanere in zona arancione almeno per un’altra settimana.

È quanto emerge dal report della Cabina di regia nazionale, composta da Istituto superiore di sanità e Ministero della Salute che oggi, come ogni venerdì, ha valutato gli indicatori, prendendo in esame la settimana che va dall’11 al 17 gennaio.

I NUMERI

L’indice di trasmissione del contagio, il famigerato Rt che di fatto ha provocato l’inserimento dell’Abruzzo in zona arancione la scorsa settimana, è sceso da un valore medio di 1.18 a 1.05: al di sotto di 1 il valore è compatibile con la “zona gialla”.

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Peraltro l’intervallo di confidenza più attuale è indicato da 0.99 a 1.12. Questo testimonia, dunque, come l’epidemia in Abruzzo sia in una fase di attenuazione. Da sottolineare, però, che ci sono ancora dei focolai che si sono sviluppati in ambito ospedaliero che destano una certa preoccupazione. 

TREND

Per quanto riguarda gli altri dati del report, il trend dei casi e dei focolai è in discesa e per questo motivo la probabilità di diffusione è considerata bassa. Anche l’impatto è definito “basso” perché non c’è sovraccarico nelle aree mediche e nelle terapie intensive.

Con probabilità e impatto bassi, e una possibilità di escalation nei prossimi 30 giorni del superamento delle soglie di occupazione dei posti letto inferiore al 5%, la classificazione complessiva del rischio per l’Abruzzo è bassa. A questo dato si affianca quello dell’Rt: se fosse sceso sotto 1 lo scenario sarebbe stato perfettamente compatibile con una zona gialla, sebbene le norme continuano ad indicare un periodo minimo di permanenza in una singola fascia in 14 giorni.

Dunque l’Abruzzo prima di poter tornare in zona gialla dovrà aspettare almeno il prossimo report del 29 gennaio e, quindi, un’eventuale possibile decorrenza dalla domenica successiva, ovvero 31 gennaio.

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Il Messaggero