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Coronavirus, ancora un aumento dei casi positivi ieri in Abruzzo, ma il capo della task force regionale sanitaria, Alberto Albani, giudica la crescita inferiore al trend nazionale e, soprattutto, senza conseguenze di rilievo sul fronte della pressione sugli ospedali. Ieri il bollettino del servizio Tutela e Prevenzione della Salute della Regione ha ufficializzato ben 61 nuovi casi positivi, un numero che, in termini assoluti, fa tornare indietro a sei mesi, ovvero alla metà di aprile. Va detto, però, che allora – si prendano ad esempio i 72 casi del 16 aprile – i tamponi eseguiti erano meno della metà. Ieri, ad esempio, si è nuovamente infranto il muro dei 2.500 (2.507), a dimostrazione del fatto che le positività scovate si mantengono tra l'1,5 e il 2,5% del totale dei test, tendenza ormai consolidata.
Dei nuovi casi, 32 riguardano la provincia dell'Aquila, 12 il Pescarese, 12 il Chietino e quattro il Teramano.
Sono 88 (in crescita di 7 unità), i pazienti ricoverati in ospedale in terapia non intensiva e 6 (dato invariato) in terapia intensiva, mentre gli altri 1.004 (+23) sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl. I guariti sono 3.132 (+17). Dall'inizio dell'emergenza sono stati eseguiti complessivamente 213.635 test (+2.507). «Il trend di aumento è nazionale – spiega Alberto Albani -, ma in Abruzzo la crescita è più bassa e segue l'andamento dei tamponi che vengono eseguiti in numero sempre più elevato. Che ci sia una maggiore diffusione del virus è evidente, ma a questo non corrisponde un aumento importante dei ricoveri. Questo deriva dalle capacità di prevenzione e alla diagnostica che ci consente di mappare e intervenire immediatamente in caso di positività. C'è anche da dire – aggiunge Albani – che l'età media è sensibilmente più bassa e questo, insieme a un corretto approccio terapeutico, agevola». Albani rassicura anche sulla questione scuole: «Al momento abbiamo solo qualche caso sporadico. Abbiamo comunque predisposto il “codice rosso” per i tamponi: significa attribuire una priorità nell'esame che permette di dare risposte immediate e prevenire possibili focolai».
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