Coronavirus, in Abruzzo calano i ricoveri nelle terapie intensive ma 88 morti

Coronavirus, in Abruzzo calano i ricoveri nelle terapie intensive ma 88 morti
Come accade ormai già da qualche giorno, alle roboanti cifre sull’aumento dei casi positivi di coronavirus in Abruzzo non corrisponde uno stress proporzionale...

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Come accade ormai già da qualche giorno, alle roboanti cifre sull’aumento dei casi positivi di coronavirus in Abruzzo non corrisponde uno stress proporzionale sugli ospedali. I ricoveri crescono sì, ma in maniera abbastanza lenta e soprattutto senza incidere sulle terapie intensive che sono il vero collo di bottiglia dell’emergenza. Ieri in regione è stato nuovamente frantumato il record giornaliero di contagiati: ben 160 che portano il totale a 1.293. Un boom che va di pari passo, però, con i tamponi effettuati: 727 in 24 ore, superando anche in questo caso il limite più alto registrato fino a questo momento.


Secondo gli esperti l’effetto possibile di questa curva, che andrà confermato nei prossimi giorni, è che possa ritardare l’avvio della discesa che molte stime prevedevano per fine marzo. Si dovrebbe arrivare, secondo gli ultimi modelli, alla prima decade di aprile. L’indicazione del Crea, il comitato regionale emergenza-urgenza, è di alzare il livello dell’allarme da 3 a 4, ovvero al massimo. Cosa che comporta una serie di protocolli molto stringenti nel reperimento di posti e attrezzature (già in corso). I posti occupati in terapia intensiva ieri sono scesi da 72 a 68, lasciando ancora libera una buona fetta di disponibilità. Purtroppo si mantiene costante il trend dei decessi, aumentati di altre dodici unità e arrivati ormai a quota 88: gli ultimi sono un 82enne di Lanciano, un 69enne di Pineto, un 50enne, un 61enne e un 89enne di Castiglione Messer Raimondo, un 77enne di Bellante, un 64enne e un 71enne di Pescara, un 63enne e un 64enne di Penne, un 82enne di Balsorano, un 71enne di Archi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero