Coronavirus, confini blindati: il dramma delle badanti bloccate in Abruzzo

Coronavirus, confini blindati: il dramma delle badanti bloccate in Abruzzo
L'emergenza sanitaria provocata dal Covid colpisce a tutti i livelli anche il mondo del lavoro domestico. Secondo Domina, l'associazione di datori di lavoro domestico, se...

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L'emergenza sanitaria provocata dal Covid colpisce a tutti i livelli anche il mondo del lavoro domestico. Secondo Domina, l'associazione di datori di lavoro domestico, se i figli non potranno trascorrere le festività di Natale e Capodanno con i genitori, per via del mini lockdown che si prospetta, «le oltre 407 mila badanti che lavorano regolarmente in Italia dovranno fare gli straordinari, rimanendo ad accudire gli anziani».

«In realtà – spiega Alfredo Bonanni, responsabile del Centro assistenza domiciliare Ti aiutiAmo di piazza dello Spirito Santo – la situazione è molto più complessa e difficile. Le badanti, provenienti per lo più da Romania, Bulgaria e Ucraina, sono infatti praticamente bloccate nelle case. A causa del Covid e delle restrizioni che ci sono, non possono rientrare per le festività, come facevano negli anni passati, nei loro paesi, dalle loro famiglie o comunque, nel caso fosse loro concesso o potessero, devono sottostare a quarantene. E poi non tutte le famiglie accetterebbero un loro rientro, proprio per paura delle infezioni. Risultato? Come detto, sono bloccate, quasi prigioniere».

«Ciò sta provocando parecchi malumori. Si tratta di persone che fanno sacrifici e aspettano un anno intero le festività per poter riabbracciare i propri cari. Cosa che adesso non possono fare e di conseguenza stanno male. All'interno delle famiglie si registra tantissimo stress. Questa situazione non è facile neppure per loro, per nessuno. Per noi, che gestiamo agenzie e centri di assistenza - fa presente Bonanni – le richieste di badanti sono notevolmente scese. Non c'è più ricambio di personale come avveniva prima. Sino allo scorso anno, anche un mese prima di Natale e Capodanno, le famiglie ci chiamavano per richiederci badanti per quel periodo, sapendo che le collaboratrici che avevano in casa sarebbero partite o che comunque loro non ci sarebbero state. Questo adesso non avviene più. Quest'anno almeno non è così».

 

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Il Messaggero