Quarantaquattro giorni senza nuovi contagi, da quel 15 aprile scorso quando la Asl comunicò gli ultimi due positivi nella città di Sulmona. Un piccolo record che non...
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L’esito del tampone eseguito su un settantenne di Sulmona è d’altronde arrivato ieri mattina e ha, per così dire, rovinato la “festa”, tanto più che a differenza degli ultimi casi non si capisce come l’uomo possa essere rimasto infetto, avendo, dice, usato tutte le precauzioni necessarie le poche volte che è uscito di casa anche dopo la fine del lockdown. In realtà un’altra positività, dopo il 15 aprile, è stata registrata anche domenica scorsa, ma si è trattato di un’infermiera del San Raffaele che era già rimasta contagiata e che, dopo aver negativizzato, ha avuto una ricaduta. Tecnicamente, quindi, il caso di ieri è il primo nuovo caso dopo quasi un mese e mezzo di tregua e, allo stesso tempo, è la dimostrazione di come in giro ci sono ancora molti asintomatici: un esempio che dovrebbe convincere giovani e anziani ad essere molto prudenti nei rapporti sociali.
Il settantenne, che ora si trova in isolamento sanitario attivo insieme alla moglie convivente, è infatti del tutto asintomatico: di essere positivo lo ha scoperto ieri a seguito dell’esito del tampone che gli era stato fatto qualche giorno prima all’ospedale di Pescara dove doveva ricoverarsi per un intervento chirurgico. Un controllo diventato regola e che ha impedito che un paziente positivo venisse ricoverato in corsia. Tra oggi e domani il tampone sarà ripetuto all’uomo e fatto anche alla moglie, con la speranza che possa trattarsi (data l’assenza di contatti avuta dai due) di un falso positivo. Di fatto, però, da ieri il numero dei positivi è salito nell’area peligna a 63 unità, una sola delle quali ricoverata in ospedale (in terapia non intensiva), nove in isolamento domiciliare, cinquanta guariti e tre deceduti. Undici, invece, sono quelli in sorveglianza attiva (compreso l’Alto Sangro), mentre sono diciassette quelli (sempre tra Valle Peligna e Alto Sangro) in sorveglianza passiva (decisa autonomamente da chi ha avuto contatti a rischio). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero