Condannato per tre omicidi, evade durante un permesso premio: trovato e arrestato

Condannato per tre omicidi, evade durante un permesso premio: trovato e arrestato
Era rinchiuso nel carcere di Pescara per ben tre omicidi, per i quali stava scontando l'ergastolo, due dei quali commessi nell'aprile del 1993 a Napoli, dopo...

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Era rinchiuso nel carcere di Pescara per ben tre omicidi, per i quali stava scontando l'ergastolo, due dei quali commessi nell'aprile del 1993 a Napoli, dopo un'evasione da un permesso premio. Uccise a sangue freddo due poliziotti. Uno morì all'istante; l'altro dopo cinque giorni di coma nel reparto di Rianimazione. Lo scorso fine settimana, ottenuto dal magistrato di sorveglianza un permesso premio nel proprio domicilio di Pescara, per qualche ora ha fatto perdere le tracce. Pensava forse che nessuno se ne sarebbe accorto e invece l'allarme è stato subito lanciato dai poliziotti della squadra volante che poi lo hanno arrestato e condotto nuovamente in carcere.


Protagonista della vicenda è Giovanni Carola, 53enne di Casoria vicino Napoli, conosciuto come Giannino Faccia verde. Durante più controlli e passaggi nella sua abitazione, i poliziotti hanno appurato che non era in casa. Carola si è reso reperibile solo al mattino seguente. All'epoca, quando ammazzò i due poliziotti venne definito “il killer con licenza di uccidere” ad indicare tutta la sua spietatezza. Due mesi prima di quel fatto era uscito dal supercarcere di Foggia, in cui era rinchiuso per un altro omicidio, con un permesso premio rilasciato dal magistrato di sorveglianza nonostante il parere contrario di polizia e carabinieri. Di fatti da quel permesso in carcere non torno più se non dopo la morte dei due agenti: il sovrintendente Gennaro Autuori e l'agente Michele Del Giudice in servizio alla Squadra Mobile di Napoli, avvenuta la sera del 27 aprile 1993 in via Medina. Stavano accompagnando in questura Carola e il fratello Salvatore per i vari accertamenti, avendo sospetti sul loro conto, quando il 53enne tirò fuori una pistola sfuggita alla perquisizione, facendo fuoco. Del Giudice morì prima dell'arrivo dei soccorsi mentre Autuori, con un proiettile nel cranio, il 2 maggio senza avere ripreso mai conoscenza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero