Giulianova, chiuse dentro al cimitero di sera due settantenni chiedono aiuto e poi scappano scavalcando il cancello

Chiuse dentro al cimitero di sera, due settantenni chiedono aiuto e poi scappano scavalcando il cancello
Brutta, bruttissima avventura per due signore anziane che l’altra sera si sono ritrovate chiuse all'interno del cimitero di Giulianova, in provincia di Teramo,...

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Brutta, bruttissima avventura per due signore anziane che l’altra sera si sono ritrovate chiuse all'interno del cimitero di Giulianova, in provincia di Teramo, senza poter uscire. Alla fine le due donne sono riuscite a liberarsi scavalcando, all’età rispettivamente di 72 e 78 anni, il cancello bloccato.


«In genere - hanno raccontato le due donne - suona la campanella per annunciare che il camposanto sta per chiudere ma non l’abbiamo sentita oppure è cambiato l’orario di chiusura, non più alle 20 ma alle 19. Fatto sta che ci siamo ritrovate tutte e due davanti al cancello sbarrato. Abbiamo trovato un cartello con su scritto un numero al quale telefonare in caso di necessità, abbiamo riprovato più volte ma nessuno ha mai risposto».

Ma forse c’era una soluzione: «Sì, perché mentre in noi aumenta l’agitazione ed il cielo si fa più scuro, ecco che notiamo un altro cartello nel quale c’è scritto che c’è una possibilità di uscita da un altro cancello posto poco distante. Un po’ rinfrancate , arriviamo davanti al cancello e c’è il pulsante che, premendolo, ci dovrebbe spalancare le porte della libertà».

Ed invece che succede? «Succede che il pulsante è perfettamente funzionante solo che va ad attivare un cancello anche questo sbarrato, addirittura con le catene. A quel punto, senza telefonino, ci sentiamo disperate e torniamo al primo cancello». Qui accade dell’altro, una delle due, particolarmente agitata, ha l’impellente bisogno di andare al bagno, ce n’è per fortuna uno vicino.

«Ma quando abbiamo aperto la porta, abbiamo notato che la tazza del cesso era completamente piena di escrementi con insetti che volavano attorno. All’agitazione si è unito lo schifo ed è stato a quel punto che abbiamo rotto ogni indugio ed abbiamo deciso di scavalcare per non restare là dentro chissà fino a quando».


«Con molta calma e salendo sulle liste di ferro ci arrampichiamo, male che portavamo entrambe i pantaloni, una prova inaspettata e alla fine, tra qualche rischio di caduta e di smarrimento, riusciamo a scendere dall’altra parte, con qualche escoriazione alle gambe. E’ fatta ma davvero che brutta, bruttissima avventura».

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Il Messaggero