Mette una moneta sui genitali e dice alla studentessa di prenderla: bidello sotto accusa

Mette una moneta sui genitali e dice alla studentessa di prenderla: bidello sotto accusa
L'alunna gli aveva chiesto in prestito una moneta (che avrebbe restituito il giorno seguente) per acquistare una bottiglietta d'acqua al distributore automatico,...

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L'alunna gli aveva chiesto in prestito una moneta (che avrebbe restituito il giorno seguente) per acquistare una bottiglietta d'acqua al distributore automatico, l'uomo allora l'ha invitata a seguirlo nello sgabuzzino della scuola dove ha preso la moneta dalla giacca, si è sbottonato i pantaloni (dopo essersi seduto) e ha messo la moneta sulle parti intime, sulla biancheria, dicendo alla ragazza che se voleva poteva prendere la moneta. La ragazza, di 14 anni, sconvolta, scappa via.

Protagonista della vicenda il bidello di un istituto superiore del chietino che ieri è stato rinviato giudizio accusato di tentativo di atti sessuali con minorenne dal Gup Andrea Di Bernardino: processo il 1 marzo prossimo. Per l'accusa l'uomo avrebbe tentato di farsi toccare gli organi genitali. Il fatto inizialmente venne qualificato in maniera diversa ovvero come atti osceni in luogo pubblico e al termine delle indagini il pm Lucia Campo aveva chiesto l'archiviazione. Una richiesta non accolta dal Gip, Luca De Ninis, che ha disposto che il Pm formulasse la nuova imputazione (imputazione coattiva). Per il Gip, infatti, si tratta di una offerta di denaro rivolta alla minore per convincerla a compiere atti sessuali, nella specie il toccamento inevitabile dei genitali dell'indagato.

Contro l'ordinanza che ha disposto l'imputazione coattiva, il difensore del bidello, l'avvocato Francesca Di Muzio, ha presentato ricorso in Cassazione. I fatti risalgono a novembre del 2019. Il bidello sarebbe poi tornato alla sua postazione mettendo la moneta sul tavolo e dicendo alla ragazza che se voleva poteva prenderla. La ragazza allora prese la moneta e la bottiglietta e tornò in classe dove si confidò con la compagna di banco che le consigliò di parlarne con una docente che a sua volta le suggerì di parlarne con la responsabile di plesso. Ed è dal dirigente scolastico che è partita la segnalazione ai Carabinieri su quanto era avvenuto. 
 

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Il Messaggero