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Due giovani - uno residente nell’hinterland di Chieti, l’altro in provincia di Pescara - indagati a piede libero per pedopornografia minorile, prostituzione minorile e atti sessuali con minorenne, una ragazza di Chieti indagata per prostituzione minorile perché, contattando con whatsapp una sedicenne affetta da un grave disturbo cognitivo, l’avrebbe indotta a prostituirsi. È il perimetro dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica dell’Aquila, Roberta D’Avolio, che ha fatto sequestrare otto smartphone, due hard disk, alcuni account fra Facebook, Instagram, Badoo, Tinder, Lovvo e posta elettronica. Tutto materiale il cui contenuto è finito all’esame, compreso il telefono della persona offesa, del consulente tecnico, l’ingegnere Davide Ortolano, che deve compiere accertamenti irripetibili. È stata la madre della vittima a presentare la querela da cui è partita l’inchiesta. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Massimo Dragani, Fabrizio Cirillo e Francesco Odoardi.
Il Messaggero