Tentò di baciare la collega durante il lavoro: condannato a due anni

Tentò di baciare la collega durante il lavoro: condannato a due anni
In più di una occasione, durante i turni di lavoro, avrebbe palesato atteggiamenti e apprezzamenti volgari verso la donna, tentando di baciarla, toccandola in maniera...

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In più di una occasione, durante i turni di lavoro, avrebbe palesato atteggiamenti e apprezzamenti volgari verso la donna, tentando di baciarla, toccandola in maniera indesiderata e usando linguaggi scurrili. Ieri un uomo di 48 anni, accusato di violenza sessuale a molestie, è stato condannato dal Tribunale a due anni di reclusione, il pm Giancarlo Ciani aveva chiesto tre anni.

L’uomo, difeso dall’avvocato Antonio De Marco, è stato anche condannato a risarcire i danni alla donna, che assistita dall’avvocato Massimo Galasso, si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di 60.000 euro. Tre gli episodi contestati all’uomo, risalenti a febbraio del 2018. In una circostanza, con violenza consistita nell’afferrarle il viso «avvicinando le sue labbra a quelle della donna - recita l’accusa - compiva atti idonei diretti in modo non equivoco a costringerla a subire atti sessuali non riuscendo nello scopo per cause indipendenti dalla sua volontà».


Due giorni dopo la donna fu spinta con violenza contro un muro, e l’uomo le appoggiò la mano sul seno costringendola a subire atti sessuali. Quanto all’accusa di molestie «per petulanza e biasimevole motivo recava molestia al donna e le rivolgeva frasi ed apprezzamenti a sfondo sessuale» con esplicito riferimento alle sue parti intime e ai rapporti della donna con il suo compagno. Nella denuncia presentata a suo tempo dalla donna erano evidenziati anche altri episodi di cui sarebbe stata vittima: rifiutò duramente un approccio del collega che tentò di stringerla a se mentre era seduta per bere acqua: dopo quella circostanza, sottolineò la donna, non le venne concesso il giorno di riposo che aveva chiesto per motivi familiari e in maniera particolare per un intervento chirurgico del compagno. 

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Il Messaggero