L’annuncio arriva in diretta Facebook, una lettera di una pagina scarsa che alla fine del collegamento il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, firma in calce: dimissioni...
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Il primo cittadino di Sulmona ha invitato a seguire il suo esempio tutti i sindaci del territorio, mentre la Regione annuncia un ricorso al Tar e, soprattutto, la cittadinanza si prepara alla mobilitazione. Ieri sera l’aula consiliare di palazzo San Francesco era stracolma di gente per l’assemblea convocata a stretto giro dai comitati per l’ambiente e dal collettivo AltreMenti: un manipolo di attivisti che negli ultimi dieci anni, spesso in solitudine, ha portato avanti con tenacia e convinzione la battaglia contro il metanodotto e la centrale di compressione. E’ per loro che finora il tubo e le ciminiere del gas non sono ancora comparse ai piedi della Majella, in una zona altamente sismica, nel cuore di un territorio che sulla natura e sul turismo, si dice, dovrebbe trovare la sua vocazione di sviluppo. Una comunità che ha voglia di lottare, di non arrendersi e da più parti, durante l’assemblea, si alza anche la critica nei confronti del sindaco Casini "perché in questo momento serve stare uniti istituzioni e cittadini – dice Davide Cacchioni del collettivo AltreMenti – serve forza e intelligenza". Dello stesso avviso è il sindaco di Pratola Antonella Di Nino che di dimettersi non ci pensa proprio: "Il territorio deve mostrare la forza e l’unità che meno di ventiquattro ore fa ha mostrato per il tribunale – ha detto la Di Nino, intervenuta all’assemblea – dobbiamo stare sul fronte e invito il sindaco di Sulmona a tornare sui suoi passi. A ritirare le dimissioni, perché non possiamo lasciare che le chiavi della città le abbiano in questo momento i commissari". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero