Morto Raffaele Rosati, giornalista e scrittore: raccontò la sua Celano

Morto Raffaele Rosati, giornalista e scrittore: raccontò la sua Celano
È morto, a Celano, in provincia dell'Aquila,  il giornalista e scrittore Raffaele Rosati, personaggio noto nella sua città ma anche in tutta la Marsica...

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È morto, a Celano, in provincia dell'Aquila,  il giornalista e scrittore Raffaele Rosati, personaggio noto nella sua città ma anche in tutta la Marsica e l’Abruzzo. E’ stato per anni insegnante elementare e ha formato decine di celanesi. Ieri pomeriggio ha cessato di vivere, pare per un arresto cardiaco. Era nato a Celano 86 anni fa. Ha collaborato con Il Messaggero, ma anche con alcune riviste dove ha pubblicato articoli riguardanti poesie, storie di personaggi e delle tradizioni popolari. Nella sua carriera da scrittore ha pubblicato tra l’altro: “Il segreto del nostro successo” e “Valigie di cartone, coppole e teste di brillantina”. Da questo libro è stato tratto un film che racconta l’emigrazione nella Marsica attraverso interviste a celanesi e marsicani che hanno vissuto il fenomeno dell’emigrazione tra gli anni Quaranta e Sessanta.


Corrispondente de Il Messaggero da Celano ha per anni raccontato la cronaca, i costumi e soprattutto lo sport della città e non solo. Appassionato di calcio, ha seguito nell’arco di tutta la sua storia, le imprese del Celano calcio, raccontando i trionfi, come l’approdo prima in serie C2 e anni dopo in Seconda divisione, così come le sconfitte, attraverso cronache di giornale e radiocronache che sono rimaste impresse nel cuore dei celanesi. Chi lo incontrava in piazza, in giro o sul lavoro, lo chiamava maestro accompagnando il saluto con un leggero inchino. Raffaele è stato impegnato anche in politica, ha militato nelle fila del Partito Socialista, è stato anche consigliere comunale. E’ stato anche attore: nel film di Gianni Manera “Cappotto di legno” ha interpretato il sindaco di Celano e ha saputo recitare in modo simpatico e divertente. «Persona simpatica, sapeva stare in comitiva e grazie a Raffaele gli incontri si trasformavano in serate goliardiche. A Sant’Agnese - racconta Gianvincenzo Sfroza - le “Terze” tipicamente celanesi si sprecavano, trascinando gli innumerevoli partecipanti in un novero di allegria. Ricordo le nostre interminabili chiacchierate mentre, insieme ad alcuni amici, d’estate ci radunavamo nei tavolinetti dei bar in piazza; anche lì quante battute sempre divertenti e mai offensive. Ciao compare Raffaele, continueremo a pensare a te e a ricordare quella simpatica che ha caratterizzato la tua esistenza. Grazie per quello che sei stato e per quello che ci hai lasciato! Un uomo perbene, persona affabile, una figura che ci mancherà tanto». Lascia la moglie Rita, compagna di una vita e insegnante anche lei, i figli Filippo e Gianluca. Oggi pomeriggio funerali nella chiesa parrocchiale di Celano. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero