Carichieti, anche il dg Sbrolli verso l'addio alla banca

Carichieti, anche il dg Sbrolli verso l'addio alla banca
CHIETI - Le dimissioni attese in queste ore dell'autista che influenzava il Cda, Domenico Di Fabrizio e il direttore generale Roberto Sbrolli avviato verosimilmente sulla...

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CHIETI - Le dimissioni attese in queste ore dell'autista che influenzava il Cda, Domenico Di Fabrizio e il direttore generale Roberto Sbrolli avviato verosimilmente sulla stessa strada o verso un accordo condiviso.




Il neo commissario di Carichieti, Riccardo Sora inizia il suo lavoro in via Colonnetta dalle figure apicali, ufficiali e non: dopo governance e organi di controllo le decisioni si allargano a macchia d’olio.

Se il primo day after (quello non lavorativo, sabato scorso) era stato marcato dallo choc per il provvedimento proposto da Banca d'Italia e decretato dal ministero, il secondo day after (quello lavorativo, ieri cioè) è stato all'insegna della partenza in quarta dell'amministrazione straordinaria. In questo senso, il d.g. ieri mattina è figurato improvvisamente in ferie il che ai piani alti è stato letto come un invito ufficioso a lasciare la carica. Anche se il rapporto ispettivo non lo vedeva al primo posto delle responsabilità è chiaro che Sora vuole avere mano libera. "Ha manifestato una ridotta autonomia - dice Banca d’Italia - in talune scelte concernenti il personale e scarso rigore nella gestione del credito, con riferimento ai citati rapporti facenti capo all'ex presidente della Fondazione".



I RAPPORTI CON LA FONDAZIONE

Nelle sei pagine bollenti del rapporto infatti viene citato un esempio emblematico di come la Fondazione controllante in banca potesse godere di trattamenti privilegiati: "Acquisizioni insufficienti in occasione dell'ampliamento dei fidi al presidente pro tempore (Sanvitale, ndr)". Un'altra mazzata dopo quella del 2012 in cui si ricordava che la controllata Carichieti aveva concesso una linea di credito alla controllante Fondazione (6 milioni di euro) per la ristrutturazione di palazzo de Mayo. Quel fido a tutt'oggi non è stato ancora estinto ma fu oggetto di un carteggio che va collocato temporalmente per capire la somma comprensione reciproca dei rapporti in essere. A luglio 2013 (un anno dopo il verbale di Banca d'Italia) la Cassa sollecita la Fondazione chiedendo di fissare i tempi di rientro. La Fondazione se la prende con una invidiabile calma: risponde a dicembre giustificando il ritardo con una ricognizione sulla situazione patrimoniale. Nel frattempo avvisa che è partito l'iter per mettere in vendita il 5% di quote di proprietà. Ieri sera la Fondazione ha svolto Cda straordinario.



Infine, alcuni fatti relativi alla giornata di ieri: il primo, agli sportelli c’è stata una sostanziale calma nell’attività a conferma che il messaggio del commissario («banca solida patrimonialmente e liquida») è passato; il secondo, Sabatino Di Carlo, membro del Cda della Fondazione sostiene che non era sindaco quando fu assunta a Roio la figlia di Di Fabrizio: "Avevo da poco lasciato la carica, ero presidente della Comunità montana". Il terzo, le reazioni. Confartigianato Chieti invita il commissario a "lavorare sereno, basta allarmismi" mentre sabato Cna aveva segnalato il pericolo di "colonizzazione per la banca". Confesercenti invece rifiuta un «risanamento uguale svendita sbrigativa». Infine il sindaco Di Primio spera in una «banca regionale ripartendo da Carichieti». Saranno tutti alla conferenza stampa di oggi guidata da Camere di Commercio e Confindustria di Chieti e Pescara che sa un po’ di mobilitazione generale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero