Carabiniere la lascia, lei gli manda la foto di un feto morto

Carabiniere la lascia, lei gli manda la foto di un feto morto
Non ha resistito al fascino della divisa, ma il suo amore è diventato un’ossessione. E così se all’inizio tra i due ci può essere stata una...

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Non ha resistito al fascino della divisa, ma il suo amore è diventato un’ossessione. E così se all’inizio tra i due ci può essere stata una relazione sentimentale, terminato quel rapporto lei, una 55enne teramana, ha perseguitato quell’uomo, un carabiniere suo coetaneo, conosciuto in un momento di bisogno. I due, infatti, si sono incontrati in una caserma della provincia di Teramo. Lei doveva sporgere una denuncia, questioni familiari con l’ex marito. E la scintilla è scoppiata subito. Ma altrettanto rapidamente si è spento il fuoco della passione.


Lui, a distanza di qualche tempo, ha trovato un’altra compagna. Lei, invece, non si è data per vinta e così ha perseguitato il militare facendogli addirittura credere di essere rimasta incinta e di aver avuto un aborto causato dal dolore della loro separazione. Come presunta prova gli ha addirittura inviato una foto di un feto morto, oltre ad altre foto di sue ex da lui frequentate in precedenza.





Ieri la donna è stata rinviata a giudizio per stalking dal giudice Domenico Canosa che ha respinto la richiesta dei suoi difensori di una perizia psichiatrica. Il militare si è già costituito parte civile. Lo scorso 27 ottobre la donna è stata anche raggiunta da una misura cautelare di divieto di avvicinamento al posto di lavoro e di abitazione sia dell’uomo, sia della sua compagna.

La storia va avanti, ormai, da diversi anni. Molti sono gli episodi che la vedono protagonista di presunti atti persecutori, tutti adesso da dimostrare in dibattimento. In diverse occasioni si è presentata in caserma screditando il militare con i colleghi e sollecitandone il trasferimento. Secondo l’accusa la donna sarebbe anche arrivata a gettarsi addosso al carabiniere fuori dalla caserma e dopo che lui l’ha allontanata, lei si è recata dal comandante della stazione riferendo di essere stata aggredita.


Gli ultimi episodi risalgono allo scorso settembre, quando la 55enne avrebbe usato sul proprio profilo WhatsApp immagini del militare e dei suoi nipotini. Nel mirino della donna anche la compagna del carabiniere, apostrofata come «p..na» in strada. Per allontanarla il militare ha creduto che fosse sufficiente cancellare il profilo Facebook, cambiare numero di cellulare e prendere servizio in orari diversi. Ma quando si è accorto che questo non bastava ha capito che la sua vita stava cambiando. Ogni giorno cercava un parcheggio videosorvegliato. Ma lei c’era sempre. E così ha deciso di denunciarla. La donna non si è ugualmente arresa. E adesso dovrà vedersela in un’aula di tribunale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero