Indossava ancora la divisa da appuntato dei Carabinieri, all’epoca dei fatti, quando probabilmente per una “bravata” avrebbe messo in mano ad un ragazzino di 13...
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Il 42enne ha sempre negato le circostanze contestate, ma agli atti ci sono le foto riprese all’interno della sua auto che mostrano il ragazzino con la pistola e poi, in un altro luogo, all’aperto, il momento in cui è pronto ad esercitarsi per sparare. Ieri M.F. è stato condannato in primo grado ad otto mesi di reclusione, 500 euro di multa e 2mila euro di risarcimento alla parte civile (la famiglia del ragazzino, oggi maggiorenne), non doversi procedere, invece, per il capo d’imputazione prescritto. Durante la fase dibattimentale, a porte chiuse, è stato sentito come testimone chiave l’allora 13enne che ha ricostruito i fatti. Dopo, però, tutto è cambiato, quando la storia tra sua sorella e M.F. è terminata e non di certo in maniera pacifica tant’è che l’uomo ha avuto un’altra condanna, davanti al Tribunale di Ascoli, diminuita in Appello a 3 anni e 6 mesi di reclusione, per sequestro di persona e lesioni proprio alla donna. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero