Calcioscommesse, si attende oggi il verdetto sul fermo di Di Nicola

Uno degli incontri di Di Nicola con gli stranieri
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L'AQUILA - «E’ tutto un grosso fraintendimento! Voglio parlare e spiegare!». Sembra quasi di sentirle le «mille urla» di Ercole Di Nicola riferite dal suo avvocato, Libera D’Amelio, che ieri ha trascorso l’intera giornata con lui, nel carcere di Venezia. «Mi ha affrontato dicendomi immediatamente che voleva dare spiegazioni - ha aggiunto il legale - e abbiamo trascorso la mattinata, dalle 7.30 alle 13.42, studiando il decreto di fermo che, in ogni caso, è una fase ancora precedente a quella di un eventuale arresto». Alle 14, infatti, si è tenuta l’udienza di convalida dinanzi al Gip Barbara Lancieri.






LA STRATEGIA

La D’Amelio ha imposto a Di Nicola di avvalersi della facoltà di non rispondere. Per una precisa strategia difensiva: «Siamo di fronte a una marea di carte, 1.200 pagine di cui la porzione dedicata a lui è veramente limitata. Gli ho detto che doveva mettermi in condizione di studiarle ed era impossibile farlo in poco tempo. Ci sono troppe cose da affrontare. Lui era un fiume in piena, emotivamente avrebbe voluto fare altro, ma gli ho spiegato che darà le sue giuste spiegazioni a tempo debito, quando anche io sarò messa in condizione di poter studiare tutto». Alla fine il Gip si è riservato la decisione, che probabilmente arriverà nella mattinata di oggi. «Mi sono intrattenuta a lungo con il giudice – ha spiegato il legale – sulla necessità, soprattutto umana, di rimettere in libertà l’assistito, o quantomeno di farlo tornare a casa. Ho tediato il Gip sull’assenza delle esigenze cautelari, motivando lungamente».



NIENTE SOLDI

La D’Amelio ha detto di aver trovato un «Di Nicola provato (si parla di un breve cedimento emotivo durante l’udienza, ndr), ma non scoraggiato, crede che la verità verrà fuori». Per la prima volta il legale si è espresso, pur con cautela, anche nel merito: «Sono rimasta senza parole, di cosa stiamo parlando? Combine di partite? Faccio veramente fatica a credere che si possa parlare di un’associazione che vede lui come organizzatore. Vedo uno spiraglio. Le imputazioni sono gravi, ma parliamo solo di intercettazioni: non c’è null’altro, non ci sono verifiche, soldi, contratti, calciatori. La combine la faccio con me stesso? Quantomeno i calciatori dovevano essere interpellati o contattati. Non ci sono scambi di denaro. Possiamo tenere in galera una persona sulle sue fandonie?».



RISALIRE LA CHINA

Insomma, Di Nicola ha reagito come spesso ha fatto anche sul campo. «E’ forte – dice la D’Amelio – vuole combattere per la verità. Ha bisogno umano di urlare che si tratta di un grosso fraintendimento. Gli ho detto: “Toccherai il fondo, ma risalirai, risaliremo la china”. Ci riusciremo».



LE CONTESTAZIONI


Nel frattempo in città il clima è sempre più infuocato. Ieri per la prima volta la tifoseria ha preso posizione sulla vicenda. Nottetempo sono comparsi due striscioni dai toni molto polemici. Uno di «disprezzo» per l’ex direttore dell’area tecnica, un altro che ha coinvolto indirettamente anche Chiodi: «Fine stagione, tiriamo le somme: mancato controllo, nessuna programmazione e poca passione ci hanno portato a questa situazione… al di là dei risultati vogliamo presidenti innamorati». Parole che hanno colpito nel segno. «Siamo molto giù di morale – ha detto il vice presidente Massimo Mancini – è il momento di fare quadrato e non di dividerci ancora. Siamo parte lesa, come società, e sinceramente senza il sostegno della tifoseria resta difficile andare avanti».

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Il Messaggero