Cade in bagno e muore il noto ingegnere Carlo Fraioli. L'allarme dato dai vicini

Cade in bagno e muore il noto ingegnere Carlo Fraioli. L'allarme dato dai vicini
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«Ho sentito un forte tonfo mentre ero in casa che veniva dall'appartamento dove vive l'ingegnere e poi non ho sentito più nulla. Ho pensato: ma cos'è accaduto? Forse è caduto qualche mobile». Questo il racconto della donna che abita nella palazzina di via Amendola in Avezzano, dove ieri mattina è stato rinvenuto cadavere, Carlo Fraioli, 72 anni ingegnere, molto noto in città per aver esercitato la sua professione da tantissimi anni non solo in città ma anche in moltissimi centri marsicani. Viveva da solo dopo la morte della moglie. Da una prima ricostruzione da parte delle forze dell'ordine, intervenute dopo l'allarme degli inquilini, sembra che a causare la morte del professionista sia stato un malore che gli ha provocato una caduta, mentre era in bagno, e successivamente avrebbe battuto la testa sul lavandino.


Il professionista è stato rinvenuto dai soccorritori riverso per terra con una profonda ferita sulla testa. Non si esclude che la causa della morte sia stata provocata dalla caduta anche se il medico della Asl ha poi certificato il decesso per arresto cardiaco. Sul posto sono dovuti intervenire i vigili del fuoco di Avezzano che hanno scalato il palazzo per arrivare alle finestre dell'appartamento dell'ultimo piano ed entrare all'interno. La donna che ha sentito il forte botto ha anche telefonoto più volte per sapere cosa fosse successo ma non ricevendo risposta ha chiesto l'intervento del 118 e dei carabinieri della Compagnia di Avezzano.


Il professionista era benvoluto da tutti: gli piaceva sedersi al bar con gli amici e sferzare i politici, in particolare quelli di sinistra. Era anche molto critico con tutte le istituzioni cittadine che secondo lui non operavano per il bene della città. In particolare sosteneva che «troppi palazzi importanti vengono abbattuti per far posto a costruzioni moderne che entrano in forte contrasto con l'ambiente». Carletto come lo chiamavano gli amici da giovane era stato insegnante all'Istituto tecnico di Avezzano e poi decise di lasciare per l'ex Siemens dell'Aquila dove aveva lavorato fino alla chiusura dell'azienda. 


Oggi alle 17 nella chiesa di San Rocco si terrà il rito funebre. Lascia il figlio Giuseppe, il fratello, una sorella e i nIpoti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero