Buste di plastica non biodegradabili, blitz dei carabinieri nei negozi

Buste di plastica non biodegradabili, blitz dei carabinieri nei negozi
La Procura dell'Aquila dichiara guerra alle false buste di plastica biodegradabili che potrebbero arrecare danni irrimediabili all’ambiente. In esecuzione di altri...

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La Procura dell'Aquila dichiara guerra alle false buste di plastica biodegradabili che potrebbero arrecare danni irrimediabili all’ambiente. In esecuzione di altri decreti di perquisizione e sequestro i carabinieri forestali coordinati dal comandante del Nipaaf, il tenente colonnello Antonio Renato Rampini hanno proceduto nella giornata di ieri a perquisire 21 esercizi commerciali e sedi legali di undici soggetti, nove di nazionalità egiziana e due italiani.


L’operazione, che ha visto impegnati circa 20 militari coadiuvati dalla sezione di Pg dei carabinieri dell’Aquila si è svolta tra Roma e Teramo ed ha portato al sequestro di decine di migliaia di sacchetti irregolari contenenti il logo di vari commercianti, in gergo denominati shoppers. Le indagini, lunghe e complesse, rese ancora più difficili dall’ambito sociale in cui si sono sviluppate, trattandosi quasi esclusivamente di cittadini stranieri caratterizzati da un forte vincolo di solidarietà.

Complessivamente 30 le persone indagate, dalla Procura aquilana e oltre 8 le tonnellate di buste di plastica sequestrate nelle attività commerciali ispezionate e nello stesso porto di Salerno dove all’interno di container erano pronte per essere immesso sul mercato milioni di shoppers, provenienti da una fabbrica in Egitto. La scorsa settimana gli investigatori avevano concentrato l’attività in città, soprattutto in negozi ortofrutticoli che non hanno interrotto l’attività ma limitandosi a sostituire i sacchetti illegali con quelli biodegradabili. Gli accertamenti da parte degli investigatori del Nipaaf proseguiranno per stabilire se le plastiche utilizzate per la fabbricazione possano contenere concentrazioni eccessive di sostanze nocive per la salute. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero