Brucia vivo nell'auto, forse un incidente: inchiesta per omicidio colposo

Brucia vivo nell'auto, forse un incidente: inchiesta per omicidio colposo
Un'inchiesta a carico di ignoti per omicidio colposo, una ipotesi di reato (incidente) che consente di eseguire atti importanti e irripetibili, come l'autopsia, ai quali...

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Un'inchiesta a carico di ignoti per omicidio colposo, una ipotesi di reato (incidente) che consente di eseguire atti importanti e irripetibili, come l'autopsia, ai quali possono partecipare le persone offese. È la strada aperta dal sostituto procuratore della Repubblica, Giuseppe Falasca, per accertare come si sia sviluppato il rogo della Fiat Panda Van a gasolio in cui è rimasto carbonizzato il 58enne Nicola Di Crescenzo, di Guardiagrele, l'altro ieri mattina poco prima delle 7, in via Pomaro nel territorio di Casalincontrada.

Quella del suicidio resta una ipotesi del primo momento ma sembra aver perso consistenza: ora il magistrato vuole vagliare altre possibili cause all'origine delle fiamme che, comunque, sono partite dentro l'abitacolo e sono state particolarmente violente. Al punto da distruggere l'auto e non dare scampo all'uomo, esperto in opere in pietra, che venerdì mattina era uscito di casa per tornare al lavoro dopo una settimana di assenza. E allora, nella ipotesi che dentro l'abitacolo ci fosse un contenitore di benzina, magari per alimentare un attrezzo da lavoro, o di solvente utilizzato in edilizia, non si può escludere un fatto accidentale come causa scatenante: una cicca di sigaretta accesa, la fiamma dell'accendino, un guasto dell'auto da cui è partita la scintilla che ha innescato una improvvisa fiammata che ha fatto perdere a Di Crescenzo il controllo dell'auto finita contro il guardrail.

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Il Messaggero