Alunno bocciato due volte, gli vietano di iscriversi alla scuola media

Alunno bocciato due volte, gli vietano di iscriversi alla scuola media
Negato l'ingresso a scuola a un ragazzo di 13 anni perché bocciato due volte in prima media, senza che l'istituto scolastico provvedesse a comunicare formalmente la...

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Negato l'ingresso a scuola a un ragazzo di 13 anni perché bocciato due volte in prima media, senza che l'istituto scolastico provvedesse a comunicare formalmente la mancata ammissione del ragazzo: la famiglia avrebbe ricevuto solo una telefonata mercoledì scorso, poco dopo che il consiglio di classe ha adottato il provvedimento e alla vigilia dell'apertura ufficiale della scuola.


La vicenda è accaduta nel chietino. La madre del ragazzo si è rivolta ad un legale per tutelare i diritti del figlio che si è visto negare l'ingresso a scuola ed è dovuto tornare a casa. «A prescindere dalla normativa cui fa
riferimento la scuola - ha sottolineato l'avvocato Pietro Cotellessa - la decisione viene contestata in ogni modo in quanto non applicabile in una scuola media e a un ragazzo in obbligo scolastico. L'alunno è stato impossibilitato a frequentare le lezioni, sia nell'istituto di riferimento che in altro, stante la mancata comunicazione della non ammissione in tempi utili per potersi iscrivere altrove. Non da ultimo il ragazzo in questi anni ha assistito alla separazione dei genitori, dai toni accesi e che ha creato non pochi disagi
familiari e sociali».

Il dirigente scolastico ha confermato la decisione presa sulla base del testo unico della scuola e ha precisato che lo studente può iscriversi in altra scuola. Il legale ha inoltrato una denuncia su quanto accaduto al
Miur e all'Ufficio scolastico regionale Abruzzo, sollecitando una ispezione. Inoltre ha presentato una richiesta di accesso agli atti perché ad oggi nessuna comunicazione formale è stata inviata alla famiglia. «Sarà impugnato inoltre ogni atto amministrativo in danno all'alunno - ha aggiunto Cotellessa - e verrà messa formalmente a conoscenza la Procura della Repubblica di Lanciano che accerterà eventuali responsabilità penali in
merito all'accaduto. Sta di fatto che ad oggi Marco è ancora a casa». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero