«Nella scuola Patini si canta la canzone Bella ciao, inserita tra l’altro nel libro di testo. Da quanto mi hanno raccontato i bambini e alcuni genitori...
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«Sono venuto a conoscenza della cosa portando mia figlia a scuola - aggiunge - Tutto questo è davvero inaccettabile. E’ un fare politica fin dalla scuola, da parte di docenti pagati dai cittadini che dovrebbero solo fare il proprio lavoro ed essere più neutrali possibile. Non oso immaginare cosa sarebbe successo se gli avesse fatto suonare “Il Piave”. A casa e in famiglia ognuno indirizza i figli come vuole, ma non a scuola, non in una scuola pubblica pagata da tutti. E’ assolutamente sbagliato a mio avviso».
Nei mesi scorsi D’Angelo era finito al centro delle polemiche per alcune dichiarazioni rese durante la presentazione del Festival della Montagna, quando ha accostato il turismo storico sul Gran Sasso a Predappio. «Ho chiesto al preside Masci di esigere neutralità politica dai propri docenti - aggiunge - Si tratta di una canzone ormai diventata popolare: anche mia nonna, donna di destra, la cantava sempre, ma in questo caso è stata utilizzata con altre finalità. Non si possono indirizzare politicamente degli alunni di quell’età per giunta. Non è assolutamente corretto». Il dirigente scolastico Marcello Masci si è dichiarato «profondamente amareggiato dell’entrata a gamba tesa e dell’intromissione della politica nella scuola», precisando che «la libertà di insegnamento è uno dei cardini della Costituzione italiana che va difeso con i denti. La canzone in oggetto non è scandalosa, semmai è l’inno che celebra l’atto di nascita della nostra democrazia». Sulla questione interviene anche Pierluigi Iannarelli di Sinistra Italiana L’Aquila che esprime solidarietà alla docente: «Trovo gravissimo e intollerabile intervenire sulla programmazione e il piano formativo di una scuola, nella speranza che il preside non si faccia condizionare, il che sarebbe ancora più grave».
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Il Messaggero