Bara senza marchio: imprenditore funebre condannato

Bara senza marchio: imprenditore funebre condannato
Il titolare di un'impresa di pompe funebri di Ortona (Chieti), è stato condannato dal giudice monocratico del...

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Il titolare di un'impresa di pompe funebri di Ortona (Chieti), è stato

condannato dal giudice monocratico del Tribunale di Chieti
Andrea Di Berardino a sei mesi di reclusione per una bara priva
del marchio di fabbrica. La sentenza è stata pronunciata in
serata. L'uomo era accusato di aver violato il Dpr 285 del
90 ovvero il regolamento di Polizia Mortuaria.
Secondo l'accusa, nel verbale di chiusura di un feretro per
il trasporto di una salma, Masciangelo avrebbe attestato
falsamente di aver osservato le disposizioni dell'articolo 30
del regolamento di Polizia Mortuaria mentre, nella realtà, il
cofano mortuario era privo del marchio di fabbrica con
l'indicazione della ditta costruttrice. I fatti risalgono a
maggio del 2015 e in particolare al trasporto di una salma da
San Giovanni Teatino a Pescara.

Fu un addetto dell'Asl, sentito al processo come
testimone, a notare l'assenza del marchio di fabbrica durante un
controllo nell'obitorio del cimitero nel quale si trovava il
feretro. Il difensore delll'imputato, l'avvocato Matteo Di
Martino, ha prodotto in udienza un documento nel quale la ditta
che ha costruito la bara, ha attestato che l'assenza del marchio
di fabbrica era dovuta per una mera dimenticanza. Il Pm aveva
chiesto per l'impresario la condanna a tre mesi di reclusione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero