Un bambino marocchino, residente sulla costa Teramana, sarebbe stato abusato sessualmente da un suo vicino di casa, un 22enne originario del Bangladesh, l’altro giorno...
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Nella donna sarebbe così scattato un campanello d’allarme che l’ha spinta a parlarne prima col marito, poi con alcuni specialisti che avrebbero confermato i suoi sospetti. Così piccolo, il bambino è riuscito a lanciare chiari segnali d’allarme. Da lì la denuncia alle forze dell’ordine e le immediate indagini. Scrive il pm nel capo d’imputazione: «In tempi diversi e con azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, quale conoscente del minore, con violenza consistita nell’afferrare con gesto repentino il predetto, lo costringeva a subire continuati abusi sessuali».
I fatti contestati risalgono a luglio dello scorso anno. Titolare dell’inchiesta il sostituto procuratore Enrica Medori che ora, a processo, dovrà riuscire a confermare le pesanti accuse sostenute fino ad oggi in un dibattimento che non si preannuncia sicuramente facile vista l’età del bimbo che sarebbe stato violentato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero