Roma, scolari dell'Aquila rinunciano alla gita per solidarietà con il compagno disabile: la pedana del bus non funzionava

Il preside: «I bambini hanno dato una lezione a tutti»

Roma, scolari dell'Aquila rinunciano alla gita per solidarietà con il compagno disabile: la pedana del bus non funzionava
«La gita a Roma è stata interrotta per non lasciare da solo il compagno disabile», dice il dirigente scolastico Piero Buzzelli, dell Istituto comprensivo di...

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«La gita a Roma è stata interrotta per non lasciare da solo il compagno disabile», dice il dirigente scolastico Piero Buzzelli, dell Istituto comprensivo di Trasacco, in provincia dell'Aquila. «Sono stati gli alunni della quarta elementare che hanno deciso di interrompere il tour per il centro storico di Roma non appena hanno capito che, a causa di un guasto alla pedana disabili del loro pullman, il loro compagno non sarebbe potuto scendere con loro a visitare il Colosseo e altri luoghi storici della Capitale», aggiunge Buzzelli.

Il preside: «Hanno dato una lezione a tutti»

Lunedì scorso per i bambini della scuola elementare, tra gli 8 e 9 anni, era stata organizzata una gita nella capitale per la visita alla mostra di Van Gogh e poi un giro per le strade di Roma, tra monumenti e luoghi storici. Il pullman che ha accompagnato gli alunni nella capitale era provvisto di pedana per permettere a un bambino disabile di scendere e salire dal mezzo senza problemi. «Ma la pedana del bus improvvisamente si è bloccata e quindi l’alunno disabile non è potuto scendere. E’ intervenuta anche la polizia comunale della Capitale ma non c’è stato nulla da fare - continua il dirigente scolastico Piero Buzzelli - È passato del tempo e nessuno riusciva a risolvere il problema. È stato proposto agli alunni di iniziare a incamminarsi per visitare Roma, ma nessun bambino, però, ha voluto lasciare il mezzo, restando insieme al loro compagno. I bimbi hanno dato una lezione a tutti. L’inclusione si impara tra i banchi di scuola e a volte a insegnarla sono i bambini stessi. L'amicizia va oltre le barriere architettoniche: se una difficoltà diventa insormontabile per un amico disabile ci pensano gli altri a fargli squadra attorno e rendere più leggera una situazione che poteva provocare molta più delusione e sconforto», conclude Buzzelli. 

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Il Messaggero