Avezzano, sprangate al marocchino: barista assolto

Avezzano, sprangate al marocchino: barista assolto
Il Tribunale di Avezzano - presidente Stefano Venturini, a latere Mastella e Lauro - ha assolto «per non aver commesso il fatto», Claudio Favoriti, 60 anni, che...

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Il Tribunale di Avezzano - presidente Stefano Venturini, a latere Mastella e Lauro - ha assolto «per non aver commesso il fatto», Claudio Favoriti, 60 anni, che gestisce, insieme alla famiglia, il noto bar “Gran Caffè” di 

Avezzano. Il sessantenne era accusato di aver massacrato a colpi di spranga un marocchino minorenne, riducendolo in fin di vita e causandogli delle invalidità cerebrali permanenti. Il pm Lara Seccacini dopo un lungo intervento ha chiesto una condanna a 10 anni di carcere. Gli avvocati di fiducia, Antonio Milo, Gianluca Presutti del foro di 
Avezzano e Vincenzo Scolastico del foro di Napoli, invece, sono riusciti a smontare il castello accusatorio del pubblico ministero e a dimostrare l’innocenza del loro assistito.

In particolare la difesa ha ricostruito l’ora del grave episodio dimostrando che l’accusato era presente nel locale e non poteva essere sul luogo dell’aggressione. I testimoni durante le udienze, inoltre, si sono più volte contraddetti e non hanno riconosciuto il 60enne. L’episodio avvenne alla metà di febbraio del 2012 quando il minorenne che si trovava con altri ragazzi marocchini. Venne assalito da un gruppo di persone, armate di bastoni di ferro, in via Emilia, in pieno centro. Durante l’incidente probatorio, tenuto davanti al gip, i testimoni raccontarono di un’auto che arrivò a tutta velocità. A bordo c’erano tre persone, forse quattro, e tra questi sembra ci fosse anche la persona sotto processo. Gli uomini scesero e cominciarono a picchiare il gruppo di ragazzi marocchini colpendoli non solo sul corpo, ma anche in testa.


Tra questi anche M. M., oggi è maggiorenne e assistito dall’avvocato Franco Colucci, che fu ricoverato in coma, all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, per quasi un mese. Tra l’altro le gravi lesioni riportate non gli permettono ancora una vita normale. I carabinieri durante le indagini ricostruirono tutta la vicenda e arrivarono a stabilire che dopo un litigio nel locale il gruppo di ragazzini stranieri si era allontanato per essere bloccato qualche isolato più avanti dall’auto con a bordo gli aggressori. Prima dell’accaduto sembra che alcuni stranieri avessero fatto irruzione nel bar rubando del denaro e aggredendo l’anziano padre del 60enne. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero