Maltrattamenti a un'alunna disabile di 5 anni, insegnante di sostegno a processo

E' accusata anche di aver trascurato i compiti della bambina, tra l’altro, omettendo di sostenerla per farla camminare eretta

Maltrattamenti a un'alunna disabile di 5 anni, insegnante di sostegno a processo
Prima i sospetti quando notavano nella figlia di 5 anni un cambio di comportamento nel momento di essere affidata a una specifica insegnante, rafforzati anche dal presunto...

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Prima i sospetti quando notavano nella figlia di 5 anni un cambio di comportamento nel momento di essere affidata a una specifica insegnante, rafforzati anche dal presunto atteggiamento non collaborativo della stessa maestra, infine la convinzione dei presunti maltrattamenti raccontati loro da alcuni docenti e personale scolastico Ata. A. P.,  37 anni, di Avezzano (assistita dall’avvocato Fabio Alessandroni del Foro dell’Aquila) è finita sotto processo con l’accusa di  maltrattamenti ai danni di una bambina di 5 anni, con una grave disabilità. Secondo l’accusa i fatti si sarebbero svolti nel marzo 2021 all’interno di una scuola dell’infanzia di una popolosa frazione aquilana, sede distaccata in un Musp della periferia est.

 


Secondo quanto accertato nel corso delle indagini preliminari in data 3 marzo 2021, all’interno dell’aula, in presenza dei bambini della classe terza, l’insegnante avrebbe pronunciato ad alta voce una frase offensiva riferita all’alunna con alcune gravi disabilità, compresa l'impossibilità di deambulare in autonomia. La stessa insegnante è accusata anche di aver strattonato la bambina, lasciandola a terra in ginocchio mentre piangeva. Sempre l’accusa sostiene come in più occasioni, quando la minore (i cui genitori sono assistiti dall’avvocato Francesco Saverio De Nardis) non riusciva a trattenere la pipì fino a farla addosso, rivolgendosi ad altra insegnante, avrebbe esclamato: «Questa lo fa apposta», provocando nella piccola alunna uno stato di mortificazione affidata alle sue cure. L’insegnante di sostegno finita sotto processo è accusata anche di aver trascurato i compiti di cura nei confronti della bambina, tra l’altro, omettendo di sostenerla per farla camminare eretta e, anzi, lasciandola spesso a terra e costringendola a muoversi gattonando.

 


A tutto ciò si aggiungono altri aspetti denunciati dai genitori della minore che in qualche modo esulano quello più grave: la presunta impossibilità da parte loro di avere un colloquio con la stessa insegnante di sostegno per sapere come la loro figlia riusciva durante la mattina a far fronte alle proprie difficoltà e più in generale sull’apprendimento scolastico. Notizie non tutte a quanto pare attinte dall’insegnante di classe o dal personale Ata che però essendo impegnato nelle loro funzioni e nella gestione di altri bambini, non erano spesso in grado di fornire notizie esaurienti. Nella costituzione di parte civile i genitori della bambina di 5 anni, evidenziano anche come il 23 febbraio sempre 2021, in occasione del colloquio per la verifica intermedia del piano educativo individuale (Pei) della bambina, appuntamento al quale l'insegnante di sostegno «non solo non si presentava per illustrare la situazione ma non provvedeva nemmeno a stilare la dovuta relazione».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero