Asilo inferno, i giudici: «Bambini offesi, strattonati e lasciati sporchi»

Asilo inferno, i giudici: «Bambini offesi, strattonati e lasciati sporchi»
«Appare evidente, dalle urla delle maestre, che la condizione di isolamento avesse un chiaro significato punitivo implicando una svalutazione dei bambini allontanati in...

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«Appare evidente, dalle urla delle maestre, che la condizione di isolamento avesse un chiaro significato punitivo implicando una svalutazione dei bambini allontanati in maniero spesso brusca dalle attività comuni in cui erano impegnati». E ancora. «In maniera tutt’altro che episodica le imputate educatrici hanno avuto un comportamento caratterizzato da violenze più raramente di tipo fisico (strattonamenti, trascinamenti bruschi oltre alla costrizione all’assunzione del cibo) più spesso di tipo psicologico. I bambini sono stati infatti destinatari di rimproveri urlati in tono stentoreo a pochi centimetri dal viso e di punizioni umilianti consistite nell’isolarli dal gruppo dei coetanei su un seggiolone in un’altra stanza e a volte girati sempre con gesti molto bruschi contro il muro».


Così la Corte d’Appello dell’Aquila, nei motivi di condanna a due anni di reclusione, con i benefici di legge, per tre maestre di un asilo del capoluogo che furono sospese dal servizio in quanto accusate di aver maltrattato in una trentina di occasioni dei bambini minori di età inferiore ai due anni, ospiti della struttura. Secondo i giudici di secondo grado che hanno confermato la sentenza di primo grado, le stesse imputate hanno posto in essere a vario titolo «atteggiamenti vessatori e traumatizzanti nella loro complessità (per chi li subiva e chi vedeva) in bimbi indifesi e traumatizzabili. Colpiscono nei video, i pianti sconsolati dei piccoli sottoposti alle punizioni o svegliati bruscamente o afferrati con brutalità quasi subito imitati dagli altri bambini non direttamente coinvolti». Bimbi dunque «trattati con durezza severità ingiustificata e alcune volte nell’indifferenza e perciò maltrattati». I giudici collegiali hanno evidenziato «la deliberata trascuratezza ed indifferenza verso gli elementari bisogni di soggetti non autosufficienti affidati alle cure delle educatrici».


Dito puntato dell’Appello (dopo le testimonianze rese da altre due ex educatrici) sulla «trascuratezza da parte imputate soprattutto nell’igiene dei bambini i quali venivano lasciati per ore senza essere cambiati, imboccati con le stesse stoviglie o anche di totale indifferenza, trascorrendo molto tempo al telefono e rivolgendosi ai piccoli con epiteti ingiuriosi». Minori «obbligavati a dormire, portati in un’altra stanza quando piangevano, afferrati per un braccio, strattonati». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero