L'Aquila al voto/Forum con Biondi: «Combattiamo un sistema tentacolare»

Pierluigi Biondi (foto Vitturini)
L'AQUILA - Di qua c'è la casa d'infanzia, che il terremoto ha quasi risparmiato. Di fronte...

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L'AQUILA - Di qua c'è la casa d'infanzia, che il terremoto ha quasi risparmiato. Di fronte c'è la scuola, i banchi delle elementari, ma anche il luogo del primo voto espresso. Più giù c'è la pensilina dei bus, «una volta qui passavano l'1 e il 3». Pierluigi Biondi sceglie il suo quartiere d'origine, il Torrione, per il forum con il Messaggero. Via Titta Rosa, a due passi da piazza Simon Bolivar, case popolari e campetti di periferia, una di quelle zone un po' ai margini, quelle in cui rischi di trovare chi passa e dice «tanto siete tutti uguali». Malcontento, sofferenza, ma anche la speranza di un futuro diverso. Il vociare confuso dei bambini delle elementari ne è testimonianza plastica. La scuola, appunto, intitolata a Gianni Di Genova: «E' una persona con la quale ho avuto la fortuna di collaborare quando era alla direzione didattica di San Demetrio e sebbene avesse una sensibilità politica diversa dalla mia abbiamo fatto tante iniziative insieme. Poi, per uno strano scherzo del destino, mi sono ritrovato la mia scuola intitolata a lui».

I TEMI - Si parte, ovviamente dall'emergenza edilizia scolastica. Dalla proposta di una task force («Gruppo dei tecnici Ripam o ufficio speciale») e deroghe al codice degli appalti per velocizzare le opere. «Abbiamo presentato un emendamento alla Camera, come al solito è il centrodestra a togliere le castagne dal fuoco al Governo. La Pezzopane dice che ha presentato un emendamento uguale? In realtà riguarda solo il trattamento economico del personale degli Uffici speciali e non le scuole. E se è stato bocciato vuol dire che il Pd è contro la città, come è accaduto già per i call center o per l'aumento della tassazione locale».

Piccola città, vecchi cortili, per citare Guccini, evocato dallo stesso Biondi alla presentazione delle sue liste. La piccola città è Villa Sant'Angelo, croce e delizia, modello di gestione o paesello?: «L'ho lasciato con la ricostruzione più avanzata nel Cratere, un villaggio Map ambitissimo, progetti per giovani coppie, tasse ridotte, un asilo sicuro. Vorrei che quel modello di amministrazione attenta, onesta e partecipata fosse applicato all'Aquila. Mani libere e schiena dritta». E il Biondi giornalista pubblicista cosa chiederebbe a se stesso e al principale competitor? «Mi domanderei chi me l'ha fatto fare, ma la passione ha avuto la meglio. Inviterei invece Di Benedetto a uscire dall'ambiguità, dei ruoli che ricopre, ma soprattutto dicendo se rappresenta o meno la continuità con il passato». 

LA POLITICA - Il centrodestra si presenta unito: miracolo politico o necessità? «Abbiamo raccolto un'istanza: gli aquilani non avrebbero perdonato la frammentazione, soprattutto ora che reclamano una svolta». «Siamo stati i primi a presentare i programmi rivendica Biondi Il centrosinistra si affida al cliché abusato della campagna urlata. Certo, non posso esimermi dai rimbrotti se la Pezzopane dice che Castricone ha presentato un emendamento che non esiste. Neanche il più scalcinato il consigliere comunale farebbe errori simili, questo non è urlare, è verità». 


IL FUTURO - «Dell'amministrazione uscente dice Biondi - salverei il fatto che ci sono le risorse, i governi nel corso degli anni hanno fatto degli sforzi. Berlusconi ha stanziato il doppio di Renzi. Ma anche Renzi ha stanziato cinque miliardi. Per il resto non c'è stata visione strategica». E il quadro che tratteggia è, a suo dire, a tinte foschissime: «Vedo le strade in condizioni pessime, le scuole non ricostruite, impianti sportivi senza razionalità, l'aeroporto chiuso, iniziative industriali finanziate con ricchi contributi e ora ferme, attività commerciali vittime di una ricostruzione a strappi, frazioni paralizzate al 6 aprile 2009, beni culturali marciti, traffico impazzito, Progetto Case non manotenuto». La conclusione è sul famigerato sistema di potere da abbattere: «Quasi tutta l'amministrazione uscente è ricandidata, i presidenti delle partecipate sono stati addirittura premiati con i rinnovi, ex presidenti dei costruttori che aprono e chiudono campagne elettorali, poteri economici che si muovono attorno alle banche da aprire, endorsement degli imprenditori che girano su Whattsapp. Un sistema tentacolare che è entrato in ogni ambito e che oggi è messo in discussione da noi».
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Il Messaggero