Decennale del sisma, il Consiglio regionale premia Bertolaso, Chiodi e Cialente VIDEO

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L'AQUILA -  Il Consiglio regionale dell'Abruzzo, su input del presidente Lorenzo Sospiri, ha conferito un riconoscimento a chi si è occupato, nel 2009,...

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L'AQUILA -  Il Consiglio regionale dell'Abruzzo, su input del presidente Lorenzo Sospiri, ha conferito un riconoscimento a chi si è occupato, nel 2009, della primissima emergenza post sisma: l'ex sindaco Massimo Cialente, l'ex governatore Gianni Chiodi e l'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Assenti Stefania Pezzopane (allora presidente della Provincia), Gianni Letta (ex sottosegretario alla Presidenza) e Franco Gabrielli (prefetto cittadino nel 2009). Cerimonia oggi in consiglio regionale. Nel video le interviste ai premiati.

 

DIECI ANNI - «Ricordo il consiglio comunale convocato dal sindaco Cialente, aperto a tutta la cittadinanza. Io dissi che ci sarebbero voluti 10 anni per ricostruire L'Aquila, e non è che questa mia previsione fu accolta bene, anzi, diciamo che è stato un momento estremamente negativo nell'eventuale popolarità del commissario per l'emergenza di allora». Così l'ex capo della protezione civile nazionale, Guido Bertolaso, intervenendo all'Aquila come ospite nella seduta del consiglio regionale che ha commemorato il decennale del sisma del 6 aprile 2009. «Ma i tecnici devono dire le cose come stanno, devono fare gli interventi secondo quello che pensano che sia la strada giusta. E possono anche sbagliare, ma in questo caso non mi sembra che mi si sia sbagliato. L'Aquila non è il Giappone, il Cile o la Nuova Zelanda: L'Aquila è una città d'arte, non puoi ricostruirla asfaltando il patrimonio culturale, il cuore della sua storia, e della sua vita, anche della vita quotidiana. Ci vuole tempo - ha spiegato ancora Bertolaso - Bisogna certe volte prendere il coraggio delle decisioni, E con Massimo Cialente, con l'allora presidente della Regione, Gianni Chiodi, una decisione la prendemmo, e nessuno la può smentire, statistiche alla mano: decidemmo che a L'Aquila dovevano rimanere tutti, che neanche una famiglia doveva abbandonare questo territorio: erano 80.000 gli abitanti il 5 di aprile del 2009, 80.000 erano il 5 di aprile del 2010, e poi del 2011 e del 2012. E se erano 16 mila gli studenti che il 5 di aprile 2009 frequentavano le scuole di questa città, 16.000 sono stati gli studenti che hanno frequentato le scuole di questa città il 15 di settembre del 2009».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero